Spv, in Regione tiene banco il tema pedaggi. Riduzione sì, esenzione no per per i “vicini”
Torna d’attualità in Consiglio regionale del Veneto la richiesta di rimodulare i pedaggi per i residenti lungo percorso di 94 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ormai in fase di ultimazione – entro la fine dell’anno in corso – nel suo tragitto completo. Sui costi di percorrenza della nuova Spv nell’assemblea di ieri a Venezia si è discusso non senza polemiche spigolose su due diverse mozioni: una proposta dal Partito Democratico (poi respinta) e una dalla Lega (approvata a maggioranza, con l’astensione delle opposizioni).
Il risultato finale è l’invito dell’assemblea legislativa veneta alla Giunta capitanata da Luca Zaia “ad analizzare e a valutare dopo la completa ultimazione dell’opera viaria qualsiasi soluzione tecnico–economica sostenibile finalizzata a ridurre il pedaggio della Pedemontana per i residenti dei comuni territorialmente serviti, anche al fine di togliere flussi di traffico dalla viabilità ordinaria”.
La mozione del Pd, illustrata nella seduta dal capogruppo Giacomo Possamai, politico vicentino, chiedeva l’esenzione totale dal pedaggio per i residenti nei 70 comuni interessati dell’arteria che attraversa il territorio vicentino e trevigiano, da Montecchio a Spresiano. “La Superstrada era stata progettata e presentata ai cittadini promettendo la completa gratuità per i residenti. A seguito del terzo atto convenzionale del 2017, invece, l’esenzione è sparita. Da Malo a Montebelluna un lavoratore pendolare arriva a spendere di pedaggio 400 euro al mese, un costo chiaramente insostenibile”, ha argomentato Possamai.
Mozione del gruppo Lega promossa da Milena Cecchetto, pure lei vicentina, che impegna invece la Giunta a valutare, dopo la completa ultimazione dell’opera, una riduzione per i residenti dei comuni territorialmente serviti. “Quando Zaia promise la gratuità dell’opera – ha spiegato la consigliera vicentina, ex sindaco di Montecchio Maggiore – non si era valutato che il 65% dell’infrastruttura sarebbe stato realizzato in trincea e che ai 94 km del tracciato di superstrada se ne sono aggiunti 68 di viabilità esterna di collegamento. Il costo della Pedemontana va poi valutato anche in termini di risparmio di carburante e tempi. Non abbiamo dimenticato la partita delle agevolazioni, ma prima è necessario terminare l’infrastruttura; esistono anche i costi di gestione, che non vengono considerati. I tempi di percorrenza saranno ridotti di due terzi rispetto ad oggi, ad esempio tra Treviso e Bassano ci vorranno 20-25 minuti, tra Treviso e Montebelluna 8 minuti.
Un risparmio di gasolio e un guadagno in maggior sicurezza e tempo, quindi una miglior qualità della vita. Solo la galleria della Pedemontana che collega Malo a Castelgomberto, ad esempio, è costata 300 milioni. Bisogna inoltre ricordare che il progetto della Pedemontana risale al 2002, la gara al 2006, l’aggiudicazione è del 2009; i costi iniziali sono stati stravolti: basti pensare che l’aumento della spesa per gallerie e trincee tra lavori ed, espropri ammonta a circa 800 milioni, quindi tra il 35 e il 40% in più. Pensiamo anche a tutte le opere di mitigazione e piantumazioni a verde, alla strada di servizio lungo tutto il tracciato, dedicata alla sicurezza della strada”.
Un “invito” delle voci di maggioranza chiaramente non accolto da Possamai e dai colleghi delle minoranze che hanno preferito sottoporre il documento a loro firma alla bocciatura e astenersi in una seconda votazione sull’istanza leghista appena descritta in sintesi, che invita la Giunta regionale a lavorare su un programma di futuri sconti della tariffa. Nel corso del dibattito Andrea Zanoni, sponda del Pd, ha ricordato la storia delle tre convenzioni e della progressiva erosione del regime di esenzioni, evidenziando come “l’autostrada più cara d’Italia sarà poco frequentata, e il rischio d’impresa sarà a carico della Regione”. “Basta mettere le mani in tasca alla gente, soprattutto in questo momento di crisi, inflazione e caro-carburanti”, così un altro consigliere d’opposizione intervenuto, Jonatan Montanariello (Pd).
Il contenzioso ha visto subito le repliche da parte degli esponenti di governo regionale. “Rivendicare l’esenzione completa del pedaggio dell’arteria, dopo che la sua realizzazione è stata completamente rivista in termini di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente, è una scelta populista”, ha ribattuto l’assessore al bilancio Francesco Calzavara. “Una volta finita l’opera, potremo valutare i vantaggi in termini di percorrenza e di costo di utilizzo degli automezzi. Tra un anno o due potremo guardare con intelligenza e consapevolezza al suo ammortamento e creare le migliori condizioni per un uso intensivo di questa strada. La Spv sarà per il Veneto quello che è stato in passato il Passante di Mestre”.
“La revisione contrattuale voluta da Zaia è servita a sbloccare il finanziamento dell’opera – ha aggiunto il consigliere Marzio Favero, ex sindaco di Montebelluna – e la revisione in senso ambientalista dell’infrastruttura è l’esito della concertazione con i sindaci del territorio, che coraggiosamente hanno cercato di coniugare il bisogno di una nuova strada con un’idea di sviluppo sostenibile dell’area pedemontana. Sono convinto che questa arteria, quando sarà finita, sarà utilizzata e l’aumento dei transiti consentirà di abbassare il costo dei pedaggi”.
“Il vero populismo – ha replicato a fine dibattito Possamai – sta nel nascondere come si mettono le mani nelle tasche dei veneti: se per sostenere i costi della Pedemontana, negli anni a venire si dovesse applicare l’addizionale regionale Irpef, significherebbe che i veri populisti siedono sui banchi della maggioranza. Il dibattito ha rivelato come la maggioranza voglia cancellare con un colpo di spugna le promesse fatte – questo testo appare nel successivo comunicato stampa al termine della seduta -, giustificando il tutto con le modifiche intervenute nel tempo, peraltro doverose nell’ottica della compatibilità.
Resta il fatto che i costi dell’opera e le condizioni contrattuali molto onerose non possono essere pagate fino in fondo da territori che hanno già ampiamente dato. La demagogia l’ha fatta in questi anni chi ha fatto promesse a vuoto e rischia per giunta, in caso di traffici e introiti insufficienti, di dover imporre ai veneti una tassa per rientrare da un’esposizione altrimenti non recuperabile. Il riconoscimento di esenzioni o di riduzioni consistenti del pedaggio ai residenti resta un dovere di lealtà al quale la politica e l’istituzione regionale non possono sfuggire: continueremo questa battaglia”.