Presidio in Ava, operatori ecologici allo stremo: “Vogliamo rispetto”. E’ scontro tra sindacati
“Lavoro usurante, stipendi bassi e carenza di personale che costringe a turni massacranti”. I dipendenti della raccolta urbana di Ava – Alto Vicentino Ambiente – non se la sentono di aspettare lo sciopero in programma per il 5 e 6 settembre e dopo il nulla di fatto nell’incontro di mercoledì scorso tra i vertici dell’azienda partecipata, i sindacati e il Prefetto, hanno deciso di attivare un presidio davanti agli uffici di via Pusiano a Schio martedì 19 luglio alle 12.30.
“Siamo stanche e vogliamo rispetto”, è il messaggio che l’Unione Sindacale di Base (Usb) dirama da parte dei dipendenti, il cui stipendio lordo annuo da operatori ecologici si aggira intorno ai 25.600 euro, “con turni cambiati improvvisamente e lavoro usurante”.
E’ proprio il lavoro usurante la causa scatenante delle numerose proteste messe in atto dai dipendenti, che hanno annunciato di non raccogliere i rifiuti il prossimo 5 e 6 settembre.
“Ho il mio riposo, ma il sabato mi chiamano a lavorare e invece di pagarmi mi danno un riposo a caso – è quanto dichiara Usb da parte dei lavoratori – Poi mi chiamano e mi dicono lunedì non venire alle 6 ma alle 5, dopo mi richiamano e mi dicono martedì non alle 4 ma alle 5, per venerdì vediamo e per la settimana si decide in base alle esigenze”. Secondo Usb ad indispettire i dipendenti è anche la differenza di paga tra il direttore e “la manovalanza”, che si deve accontentare di un quinto rispetto ai manager.
“Vogliamo l’aumento del premio aziendale, il quarto livello, un aumento economico fisso mensile non riassorbibile, l’aumento dei buoni pasto e la convocazione delle elezioni Rsu. Negli incontri in prefettura finora ci sono state solo chiacchiere, fuffa, e accordi tra Cgil, Cisl e Uil contro i lavoratori”.
Il presidio è un altro modo per attirare l’attenzione e manifestare la stanchezza di una modalità di lavoro e di retribuzione che i dipendenti della raccolta non tollerano più.
“Il nostro è un lavoro usurante e molti operatori hanno danni fisici permanenti – dice Usb da parte dei lavoratori – Qualche volta la direzione si mostra addirittura incurante dei certificati medici e manda i lavoratori a fare lavori anche peggiori. Siamo disposti ad ulteriori sacrifici con ulteriori scioperi se non otterremo quanto richiesto”.
La spaccatura tra le divisioni sindacali
Nel frattempo, tra Usb e confederali di Cgil-Fp, Cisl-Fp e Uil-Uil, la spaccatura è sempre più netta.
«Per quanto riguarda le rivendicazioni circa la necessità di eleggere le nuove Rsu la Cgil è la prima a valorizzare l’importanza di questo organismo tanto che ci siamo spesi con forza affinché nel settore igiene ambientale – spiega la segretaria vicentina di Cgil Fp funzione pubblica Giulia Miglioranza – si procedesse con elezioni simultanee in tutto il territorio nazionale. Pertanto, dopo le proroghe dovute al periodo pandemico, ora attendiamo che vi sia una calendarizzazione a livello nazionale da parte degli organi deputati, ossia dalle sigle firmatarie del contratto nazionale e dalle parti datoriali. Respingiamo al mittente che la Cgil, ma non faccio fatica pensare che la cosa valga per gli altri confederali o per le altre sigle tirate in ballo da Usb, non abbia a cuore il tema dei carichi di lavoro del personale in tutta la provincia: Ava compresa. In questo senso il nostro impegno presente è teso a raccogliere tutte le istanze che dal territorio giungono dai dipendenti per poi portarle ai vertici aziendali».
La dirigente poi continua: «Da parte nostra proprio perché per noi è importante portare a casa il risultato, è appunto prioritario avere il polso preciso della situazione e utilizzare lo strumento della contrattazione per trovare le soluzioni ai problemi. Non escludendo percorsi di mobilitazione dove necessario, ma provando prima a costruire tutti i percorsi possibili per dare risposte concrete ai lavoratori».
Ma Usb replica: “Se i sindacati confederali condividessero con noi le preoccupazioni circa le dure condizioni di lavoro in seno ad Ava sciopererebbero con noi».