Spettacolando – Capossela, re della bellezza e dei cappelli
Capossela, Teatro Olimpico, uguale Festival della Bellezza: si può desiderare di più?
Sentire un concerto di Vinicio Capossela è come comprare un pezzo d’artigianato. Non è mai uguale lui, né la sua voce, né tanto meno la scaletta. Vinicio canta e suona in modo diverso persino nello stessa serata, e per aiutare il pubblico a predisporsi al cambio scena, si cambia per l’appunto il cappello.
Umile e gentile, lucido nel pensiero come nelle fattezze, Capossela omaggia il Teatro Olimpico nella sua sacralità. Aveva ben insistito perché si potesse esibire proprio lì, perché se Festival della Bellezza doveva essere, che lo fosse anche per lui, che quella bellezza non l’aveva ancora assaggiata.
Rispettoso e quasi timido al cospetto di cotanta magnificenza, ha eseguito pezzi di repertorio di ogni fase della sua carriera per concludere con un grande irrinunciabile classico, “Che coss’è l’amor”. A Vinicio, pur nel suo essere alternativo, la tradizione piace: o forse gli piace ribadire, a ogni signorina, che sia lui il re della cantina.
Paolo Tedeschi