Le tensioni Usa-Cina su Taiwan: la telefonata Biden-Xi
La telefonata tra il presidente cinese, Xi Jinping, e quello statunitense, Joe Biden è durata più di 2 ore. Si è trattato di un colloquio arrivato in un momento particolarmente delicato nelle relazioni tra le due superpotenze con diversi fronti aperti sullo sfondo: dall’ipotesi di un viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan alla disputa sui dazi imposti all’epoca da Donald Trump fino alla mancata condanna della Russia da parte della Cina per l’invasione dell’Ucraina.
Sulla questione di Taiwan la tensione resta alta. Il presidente americano infatti ha rassicurato il leader cinese sul sostegno degli Stati Uniti alla politica dell”Unica Cina’, ma lo ha anche avvertito che non saranno tollerati colpi di mano. “La politica Usa” sull’isola “non è cambiata”, si legge nella nota che la Casa Bianca ha diffuso dopo il colloquio di due ore e 17 minuti tra i due leader.
Biden ha poi voluto sottolineare a Xi che Washington si oppone “fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto”. Xi Jinping da parte sua non è andato per il sottile e ha avvertito gli Stati Uniti che “chi gioca con il fuoco si brucia”. “Entrambi i lati dello Stretto dell’isola appartengono a un’unica Cina”, ha tuonato il presidente cinese ribadendo la “ferma opposizione al separatismo” e “all’interferenza di forze esterne”. “Non lasceremo mai spazio alle forze indipendentiste”, ha messo in chiaro il leader di Pechino.
L’altra questione che in questi mesi ha contribuito a deteriorare i rapporti tra i due Paesi è quella dei dazi imposti da Donald Trump su miliardi di dollari di prodotti cinesi. Biden è convinto che le tasse decise dall’amministrazione precedente siano state una delle cause dell’inflazione record negli Stati Uniti e dell’impennata dei costi per le famiglie e le piccole e medie imprese americane ma non ha ancora preso la decisione di annullarle. Atteggiamento questo che ha innervosito non poco le autorità cinesi.