Stupro di Piacenza, Letta contro Meloni. Sicilia, Pd valuta la causa civile contro M5S
La campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prosegue a ritmo serrato, di pari passo con le polemiche e lo scambio di accuse tra partiti. “Io premier? Se me lo chiedono, lo faccio” ha dichiarato questa mattina Enrico Letta durante un’intervista, spiegando che il nome del capo del governo dipenderà dal peso dei partiti e questo si vedrà solo dopo il voto.
Poi, tornando sulla pubblicazione del video sullo stupro di Piacenza, ricondiviso – tra gli altri – anche da Giorgia Meloni, ribadisce: “Non si può essere candidato leader del Paese quando si usa un fatto drammatico come quello. Gravissima la sottovalutazione da parte di Giorgia Meloni. Twitter, Facebook e Instagram fecero lo stesso con Trump quando travalicò i limiti della decenza. La leader FdI è sulla stessa linea”.
Giorgia Meloni continua però a sostenere di non avere ragioni per scusarsi e, inaugurando la propria campagna elettorale ad Ancona, chiosa: “Penso di poter guidare un governo, basta accuse”. Poi lancia un messaggio chiaro agli avversari: “Un governo così – ha aggiunto – di persone non ricattabili, può fare in Italia cose normali di buon senso che potrebbero cambiare tanto. Stiamo facendo una campagna elettorale nella quale cerchiamo di non promettere cose che non possiamo realizzare”.
Potrebbe intanto finire in tribunale la rottura dell’alleanza tra Pd e M5S in Sicilia. Ad annunciarlo, in una intervista a ‘La Sicilia’, è il segretario dem siciliano Anthony Barbagallo. “Ho dato mandato ai nostri legali di verificare la fondatezza di una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni che abbiamo subito da chi non ha rispettato le regole che ci eravamo dati”. Sulla rottura con i pentastellati è tornato anche Enrico Letta: “Io penso che la delusione Conte l’abbia data soprattutto ai siciliani che hanno partecipato alle primarie. Per motivi incomprensibili si è tradito il patto con i cittadini che hanno votato alle primarie – ha detto il segretario dem – Penso che ci sia una parola tradita e penso che questo sia un danno”.
Silvio Berlusconi torna invece a parlare sui social del ponte sullo Stretto di Messina, “una grande opera che è indispensabile per rendere più unito e più moderno il nostro Paese, un’opera della quale si discute da molti anni ma che purtroppo non è mai stata realizzata”. “Oggi il ponte sarebbe già da anni una realtà – aggiunge il leader di Fi – con costi molto inferiori a quelli che dovremo affrontare ora, se non fosse stato bloccato per due volte dai governi della sinistra. Questa volta non ci fermeranno. Il 25 settembre andremo alle elezioni e assumeremo la guida del Paese”.