Gas, record storico: prezzo a 339 euro/Mwh. In Finlandia la Russia brucia gas naturale
Il prezzo del Gas oggi ha raggiunto un nuovo record storico schizzando a 339 euro al megawattora per poi ripiegare di qualche punto su quota 337. Il Consiglio europeo ha convocato una riunione urgente dei ministri dell’Energia. Sul fronte carburanti, salgono i prezzi della benzina e del diesel. Secondo le rilevazioni di Quotidiano energia il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale 1,770 euro al litro (1,766 il dato precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,756 e 1,781 euro al litro (no logo 1,764). Il prezzo medio praticato del diesel self schizza a 1,802 euro al litro (contro 1,787), con le compagnie tra 1,797 e 1,810 euro al litro (no logo 1,792).
Mentre i costi energetici nei Paesi europei salgono alle stelle, la Russia brucia grandi quantità di gas naturale nel suo impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia: ogni giorno va in fumo gas per un valore di 10 milioni di dollari secondo quanto emerge da un’analisi della società norvegese Rystad Energy condivisa con la Bbc. L’emittente britannica ha pubblicato oggi alcune immagini delle grandi fiamme che si levano dall’impianto, inclusa una a colori ripresa da un satellite che mostra la radiazione infrarossa provocata dalla combustione del gas. Il gas doveva essere esportato in Germania. La Rystad Energy ritiene inoltre che vengano bruciati circa 4,34 milioni di metri cubi di gas naturale liquefatto (gnl) al giorno nell’impianto a nord-ovest di San Pietroburgo.
Da giugno è stato notato un notevole aumento del calore emanato dall’impianto e sono stati i cittadini finlandesi i primi a segnalare che qualcosa non andava, anche dopo aver notato una grande fiamma all’orizzonte all’inizio dell’estate. Portovaya, spiega la Bbc, si trova vicino a una stazione di compressione all’inizio del gasdotto Nordstream 1, che trasporta il gas sotto il mare verso la Germania. Le forniture attraverso il gasdotto sono state ridotte a metà luglio e Mosca ha attribuito la riduzione a problemi tecnici. La Germania, da parte sua, sostiene che si tratti di una mossa politica legata all’invasione dell’Ucraina.
La pratica di bruciare il gas in eccesso sembra essere abbastanza comune negli impianti di lavorazione – di solito per motivi tecnici o di sicurezza, spiega la Bbc – ma quello che sta succedendo a Portovaya sta sorprendendo gli esperti. Secondo Mark Davis, amministratore delegato di una società del settore (la Capterio), probabilmente la decisione di bruciare il gas è legata a motivi operativi. “Gli operatori spesso esitano a chiudere gli impianti per paura che possa essere tecnicamente difficile o costoso riavviarli – ha commentato -, e probabilmente è questo il caso”.