Incidenti sul lavoro: nei primi sette mesi già registrati 60 decessi, 12 solo nel vicentino
I primi sette mesi del 2022 hanno registrato un elevato numeri di decessi sul lavoro, confermando il Veneto al secondo posto nella graduatoria nazionale. Al 31 luglio sono in totale 60 le vittime, 39 durante l’orario lavorativo e 21 in itinere, cioè nel percorso casa lavoro. Tra le province più colpite della regione c’è proprio Vicenza con 12 morti. Nello stesso mese dell’anno precedente le vittime accertare furono in totale 53, con un aumento di 7 decessi per l’anno corrente. In tutto il Paese hanno perso la vita 412 persone durante le prestazioni lavorative o nel tragitto abitazione-azienda. I dati, prodotti dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, raccontano una grave emergenza regionale che colloca il Veneto ancora in zona arancione nella mappatura nazionale. I 39 decessi sul lavoro vedono Verona al primo posto (11), a seguire Vicenza e Venezia (8), Padova (4), Belluno e Rovigo (3), Treviso (2).
“La situazione è a dir poco allarmante per la nostra regione – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – perché, al di là dei valori assoluti, il posizionamento del Veneto in zona arancione ci dice che il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa è superiore alla media nazionale. È sconfortante anche il dato in termini di numeri assoluti, che ci colloca in seconda posizione a livello nazionale in questa triste e drammatica classifica. Continuiamo a contare numerose vittime e va pure considerato che in questi numeri sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per COVID. Ciò fa concludere che gli incidenti mortali accaduti durante il lavoro, esclusi quindi i casi COVID, sono aumentati ancor di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
Da gennaio a luglio 2022 il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 18,7, compresa tra il valore medio nazionale (18,3 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati) ed il 125% dell’incidenza media nazionale. E, anche a fine luglio 2022, buona parte delle province venete si trovano in zona rossa, ad eccezione di Padova e Treviso che sono nella più virtuosa zona bianca. Belluno la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 35 contro una media regionale di 18,7). Seguono: Rovigo (32,3), Verona (27,2), Venezia (23), Vicenza (21,4). A Padova scende a 10,4 e a Treviso a 5,1.
Le denunce totali di infortunio sul lavoro fino a luglio 2022 sono aumentate del 34,5%, erano 39.177 a fine luglio 2021, sono 52.691 nel 2022. Attività manifatturiere, Sanità, Trasporti e Costruzioni sono i settori più colpiti. Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 10.410. Seguono: Vicenza (10.270), Verona (9.715), Venezia (9.579), Padova (8.758), Belluno (2.098) e Rovigo (1.861). Infine il dato che riguarda lavoratori e lavoratrici, sono 21.564 le denunce delle donne e 31.127 quelle degli uomini.
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente. La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori: Bianco, regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale. Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale. Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale. Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.