Contesta con insulti l’operato delle forze di polizia su Facebook. Denunciato un “leone” da tastiera
Una denuncia per vilipendio delle Forze Armate dello Stato è stata notificata a un cittadino residente in Altopiano in seguito a un post su Facebook di commento sulla multa e chiusura (temporanea) di un bar del centro di Asiago, risalente allo scorso luglio. Si tratta di un locale dove venivano servite bevande alcoliche a ragazzi del posto, in spregio esplicito alle leggi che ne vietano la somministrazione ai minorenni.
Un avvenimento che qualche settimana fa suscitò un certo clamore in Altopiano, dopo che la Guardia di Finanza della sede di Asiago diffuse la notizia, suscitando la rabbia di alcuni “leoni da tastiera” incapaci di tenere a freno le proprie frustrazioni sui canali social.
Tra questi, ne spuntò fuori un uomo particolarmente dedito alla violenza verbale pronto a sfogarsi nello spazio di replica alla notizia pubblicata su una nota testata giornalistica. Una segnalazione giunta puntualmente alla caserma delle Fiamme Gialle di Asiago, che hanno proceduto quindi come da dovere istituzionale, raccogliendo il materiale digitale e andando a verificare l’identità del “commentatore”, presunto autore di un reato contento nel codice penale (articolo 290). Rischia ora una sanzione fino a 5 mila euro, avendo travalicato – secondo l’accusa – i limiti leciti della libertà d’opinione.
Da ricordare più in dettaglio che la vicenda scaturisce a seguito del controllo svolto nel bar caffetteria di Asiago dopo la segnalazione di alcuni cittadini locali – tra loro anche genitori preoccupati – nei confronti di gestori e personale che portava al tavolo bevande alcoliche a minori prima dell’inizio delle lezioni scolastiche. In questo caso al titolare fu contestata una multa da 3 mila euro, il massimo previsto. Inoltre dalla Questura fu emessa l’ordinanza di chiusura del locale pubblico per 15 giorni.
Dei giorni successivi la comparsa della notizia sui canali social è la seguente esternazione “fuori delle regole” di un soggetto italiano, residente sull’Altopiano dei 7 Comuni, convinto che l’esposto giunto alle Forze di Polizia fosse stato creato “ad hoc” – affermazione priva di elementi a sostegno di questa tesi personale – e proferiva ulteriori frasi all’indirizzo delle Forze dell’Ordine che sono state ritenute gravemente ingiuriose e lesive del prestigio e del decoro delle Istituzioni della Repubblica, oltre che prive di ogni fondamento.