Caccia, respinto il ricorso in appello della Regione Veneto: no alle giornate aggiuntive
Il Consiglio di Stato boccia il ricorso presentato dalla Giunta regionale del Veneto sul tema assai spinoso delle giornate aggiuntive di caccia agli uccelli migratori, confermando così il blocco della misura – in deroga – che prevedeva l’allargamento della forbice di attività venatoria da 3 a 5 giorni settimanali.
All’indomani della sentenza emergono la perplessità da parte di Federcaccia e, in direzione opposta, la soddisfazione delle associazioni animaliste con in testa la Lac, Lega Abolizione Caccia, che parla di “seconda sconfitta” per la Regione Veneto.
Sin dalla fine estate la stagione venatoria in partenza si era aperta con polemiche diffuse legate al calendario per 2022/2023 che regola la pratica, mettendo in subbuglio le decine di migliaia di cacciatori veneti. La concessione in deroga delle due giornate extra – per la caccia la competenza è della Regione – aveva suscitato subito le reazioni di più associazioni per arrivare a presentare un ricorso al Tar a firma della Lac, accolto lo scorso 23 settembre.
Con immediato controricorso il cui esito è ora noto: situazione quindi “congelata” allo status quo precedente, precludendo così ai cacciatori appassionati del tiro da appostamento la possibilità “promessa” di imbracciare i fucili per più di tre volte a settimana nei mesi autunnali (ottobre e novembre). Rimangono concesse, in altre parole, le tre “canoniche” come da licenza in base al regolamento già in vigore precedentemente.
A rigettare la richiesta con carattere d’urgenza della Regione Veneto, che aveva chiesto in modo esplicito l’annullamento della decisione del Tar di Venezia, è stata la presidenza della Terza Sezione mediante decreto firmato ieri sera. Non si si tratta peraltro di un “punto a capo” definitivo sulla questione, che sarà discussa tra due settimane – il 13 ottobre per la precisione – nella seduta collegiale del Consiglio di Stato a Roma. La decisione d’attualità come motivazione ha riportato come motivazione la seguente dicitura: “nel bilanciamento tra gli interessi coinvolti deve ritenersi prevalente quello costituzionalmente rilevante alla tutela dell’ambiente nel rispetto del principio di precauzione”.
Nel frattempo, ad esultare, sono le associazioni di tutela degli animali e in particolare quelle abolizioniste. “L’arrogante pretesa della Regione di aggirare, con motivazioni inadeguate e pretestuose, il parere tecnico reso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) – fa sapere la Lega Abolizione Caccia tramite una nota alla stampa – ha fatto cilecca nuovamente, col risultato di mantenere una minore pressione venatoria su molte specie di avifauna nel periodo più delicato per il flusso migratorio autunnale.