Morti sul lavoro, Mattarella: Inaccettabili. Inail: In media quasi tre vittime al giorno
“Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. “Occasione preziosa – secondo il capo dello Stato – per richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica”. “L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile – precisa Mattarella – è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”.
Parole che arrivano nel giorno in cui l’Anmil diffonde i dati dell’Inail in merito agli incidenti mortali sul lavoro in Italia che nei primi 8 mesi dell’anno sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. Rispetto al medesimo periodo del 2021, quando le vittime furono 772, si registra un sensibile calo del 12,3%. In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto sono 484.561 (2.019 al giorno), con un aumento del 38,7% rispetto ai primi otto mesi del 2021. Aumento del 7,9% nelle malattie professionali.
Numeri “allarmanti e drammatici” secondo Sergio Mattarella “nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli”, si legge nel testo del messaggio che il Presidente della Repubblica ha inviato al presidente dell’Anmil Onlus, Zoello Forni. Numeri che raccontano storie di “vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona”. “Lo sviluppo di nuove tecnologie – aggiunge il capo dello Stato – ha mutato radicalmente la natura e la stessa dimensione spazio-temporale dei luoghi di lavoro. Purtroppo, questa fase non è stata accompagnata da una crescita proporzionata delle iniziative verso la prevenzione”.