Nonna Irma, in missione a 93 anni, torna dal Kenya: “Porto i bimbi nel cuore”
E’ attesa oggi all’aeroporto di Venezia: rientrerà dal Kenya con il suo bastone, il bagaglio leggero, lo scialle, la serenità e i 93 anni che in queste settimane l’hanno resa un po’ un simbolo, positivo, per tutta Italia. “Nonna” Irma Dall’Armellina, vicentina di Noventa, alla sua bella età l’ultima settimana di febbraio è partita dall’Italia, dopo aver fatto il passaporto appositamente per questo viaggio, ed è andata in Kenya accompagnata dalla figlia Graziella in visita agli orfanatrofi fondati da don Remigio Dal Santo, anziano prete thienese che attualmente è infermo in ospedale a Nairobi. La foto di lei in partenza al Marco Polo, ma anche quelle della nonnina in Africa, coi bimbi senza genitori, sono state pubblicate su Facebook dalla nipote Elisa Coltro e presto diventate virali sui social.
Don Remigio – le cui strutture sono oggi portate avanti dalla onlus Mulinelli di Sabbia – ha passato in Africa 50 anni, fondando e avviando numerose opere benefiche. Nonna Irma ha iniziato ad aiutarlo, con donazioni tramite volontari vicentini, una decina di anni addietro, ma alcuni mesi fa ha saputo che il prete era malato. Così ha deciso di andare a trovarlo, e di andare a vedere le strutture a cui aveva dato un contributo. Detto, fatto, o quasi: assieme a due volontari e alla figlia è partita l’ultima settimana di febbraio. In Kenya ha visitato orfanatrofi e scuole, ha distribuito dolci e carezze ai bambini.
Ora è già il momento di rientrare. Con rimpianto: la nonnina, poco prima di partire, ha raccontato che “se fossi più giovane, rimarrei qui ben più a lungo. C’è moltissimo bisogno. In primo luogo, l’acqua: non ce n’è. E’ la prima cosa che servirebbe. E poi le strade, piene di polvere che soffoca”. Nonna Irma consiglia questa esperienza a tutti, in particolare a chi è più giovane. “Chi è giovane può fare tanto per aiutare e dare una mano a sistemare le cose. Mi hanno colpito, e porto nel cuore con me, i bambini negli orfanatrofi: sono tanto, tanto poveri ma hanno una grande dignità”.