Terremoto dell’Aquila, “concorso di colpa” per le vittime del crollo. La sentenza fa discutere
Vittime incolpate per essere decedute. Si legge più o meno così la sentenza shock del Tribunale civile dell’Aquila che, in merito al terremoto del 2009, ha deciso per il “concorso di colpa”. Quella notte del 6 aprile morirono 24 persone in via Campo di Fossa. Ma per il giudice Monica Croci i morti hanno delle responsabilità. Perché, nel caso specifico, da vivi non hanno abbandonato l’appartamento dopo la seconda scossa.
“Concorso di colpa”, dunque. Per una sentenza che farà discutere. Dopo la tragedia gli eredi delle vittime, avendo attestato irregolarità in fase di realizzazione dell’immobile, avevano citato in giudizio il ministero dell’Interno e il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per le responsabilità della Prefettura e del Genio Civile per i mancati controlli durante la costruzione, il Comune dell’Aquila per responsabilità analoghe e le eredi del costruttore Del Beato per le responsabilità in fase di costruzione. Si parla di milioni di euro di danni che, a quanto pare, saranno solo in parte riconosciuti.
D’altronde la sentenza parla chiaro: “È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile”. Troppe parole per dire “concorso di colpa”. Una morte “evitabile” secondo lo Stato. Ma non secondo i familiari delle vittime che hanno già annunciato un ricorso.