Occupazione del Municipio contro l’Alta Velocità: 17 attivisti denunciati dalla Digos. I motivi della protesta
Non è rimasta senza conseguenze la manifestazione non autorizzata dal Questore e la conseguente occupazione abusiva di Palazzo Trissino, avvenute nel tardo pomeriggio dello scorso 18 ottobre. 17 attivisti “No Tav” sono stati infatti denunciati dalla Digos.
In quell’occasione una cinquantina di attivisti dei movimenti “No Tav” si sono introdotti all’interno della sede del Comune di Vicenza con l’obiettivo di realizzare una estemporanea e non preavvisata manifestazione di protesta allo scopo di far convocare un Consiglio Comunale straordinario per la discussione del progetto della Linea del Tav (Treno Alta Velocità) Verona / Padova, il cosiddetto “2° lotto – attraversamento di Vicenza”.
L’opera di mediazione degli agenti della Digos, intervenuti sin da subito in municipio, era servita per convincere una parte di manifestanti ad uscire volontariamente dall’edificio, mentre una quindicina di antagonisti decideva di rimanervi ben oltre il normale orario di chiusura degli uffici, dichiarando di essere intenzionati a permanere all’interno dell’edificio ad oltranza o comunque sino all’ottenimento delle loro richieste.
Vista la ferma opposizione a lasciare lo stabile da parte dei manifestanti, si era reso necessario procedere allo sgombero coatto degli attivisti rimasti: una volta formulate formalmente, da parte del Dirigente della Digos, le tre intimazioni di sciogliere la manifestazione (come previsto dalla legge), gli agenti del comando della polizia locale, su indicazioni della stessa Digos i manifestanti erano stati portati fuori di peso.
Le indagini seguite all’episodio sono state effettuate con il supporto delle immagini di quanto avvenuto, riprese dalla polizia scientifica: una volta concluse, la Digos ha proceduto con la denuncia alla Procura della Repubblica di Vicenza di tre occupanti per il reato di manifestazione non preavvisata, e di altri 14 per quello di occupazione abusiva di edifici pubblici.
I motivi della protesta dei No Tav Vicenza
Il movimento No Tav di Vicenza aveva chiesto all’amministrazione comunale un consiglio comunale straordinario sulla questione del progetto di realizzazione dell’attraversamento in città della linea ferroviaria ad alta velocità e alta capacità (in breve AV/AC), che per gli attivisti contrari all’opera prevederebbe nove anni di lavori in quartieri densamente popolati di Vicenza, come la Stanga, San Lazzaro e Ferrovieri. Un’opera dal costo di 1,6 miliardi di euro per sei chilometri di tracciato, “con quartieri invasi da camion e ruspe” giorno e notte. Un’opera che prevede 22 aree di cantiere e l’abbattimento di un centinaio di edifici, fra cui interi condomini, abitati da centinaia di persone, in zona San Lazzaro. Altissimo sarebbe anche il consumo di acqua. L’alternativa? Per il comitato esiste:usare anche a Vicenza l’ “Opzione Zero”, che prevede l’usco del sistema Ertms, già usato altro dalle Ferrovie dello Stato.