Migranti, alta tensione nel porto di Catania. Piantedosi: “Umanità e fermezza”
Dopo lo sbarco dei migranti nel porto di Reggio Calabria, anche l’equipaggio della Rise Above può scendere a terra. In un primo tempo era stato fatto rimanere sulla nave per essere identificato dalle forze dell’ordine: si doveva infatti verificare se, tra i marittimi a bordo dell’imbarcazione gestita dalla Ong “Mission Lifelive”, ci fossero persone non comunitarie per le quali ci potevano essere delle restrizioni.
Nel porto di Catania la situazione resta comunque molto tesa. Sulla Humanity 1 e sulla Geo Barents, le due navi Ong, i migranti che non sono stati fatti sbarcare perché considerati in condizione di fragilità hanno inscenato una protesta realizzando cartelli con richieste d’auto. E cresce, intanto, lo scontro politico sulla gestione dei flussi migratori, con l’opposizione che attacca “l’inumanità” del governo e Matteo Salvini che replica: “Questi sono viaggi organizzati, bisogna stroncare questo traffico di esseri umani” aveva detto il leader della Lega.
Più o meno dello stesso avviso Matteo Piantedosi. Il ministro dell’Interno ha parlato di grande umanità, ma anche di fermezza sulla questione migranti. “Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che nazionali” sottolinea Piantedosi ribadendo che l’Italia non farà “mancare a nessuno l’assistenza umanitaria”, con i migranti rimasti a bordo delle navi che sono “costantemente monitorati”.
La situazione a bordo delle due navi a Catania è però peggiorata col passare delle ore. Sulla Humanity i migranti passano una “fase depressiva”, mangiano poco o saltano i pasti. Dalla Geo Barents, invece, due uomini si sono buttati a mare, seguiti da un giovane che ha tentato di soccorrerli: i tre sono stati riporti sul molo 10 dove è ormeggiata la nave di Msf. Juan Matias Gil, capo missione della Geo Barents, lancia l’allarme: “Le persone non capiscono perché gli altri sono sbarcati e loro no”.