Medici di base: emergenza senza fine, in due anni persi 1370 professionisti
Da mesi oramai si deve fare i conti con l’emergenza legata alla carenza di medici di base, ad inizio anno la Regione Veneto era corsa ai ripari con una delibera che avrebbe dovuto rattoppare una situazione divenuta insostenibile, aumentando il numero dei pazienti di ogni medico da 1500 a 1800 unità. Il provvedimento fu redatto con scadenza 31 dicembre 2022 e ora il tema torna prepotentemente di attualità vista la ravvicinata scadenza. In questi dodici mesi le cose non sono andate maglio e guardando a più ampio raggio negli ultimi due anni, secondo i dati dell’agenzia sanitaria delle Regioni Agenas, quasi 3 milioni di persone in Italia sono rimaste senza medico di famiglia.
La situazione nazionale mette in risalto come in ventiquattro mesi siano in aumento i medici che hanno smesso il servizio e in tutto il Paese sono stati persi per strada quasi 2mila e 200 dottori passando in un solo biennio dai 42.428 del 2019 ai 40.250 dello scorso anno. Per quanto riguarda il numero di camici bianchi mancanti per regione salta all’occhio il triste primato della Lombardia con 1450, segue la Calabria con 1423 e in terza posizione si piazza proprio il Veneto con 1370. Chiude la graduatoria nazionale l’Umbria con un ammanco di dottori di 1020 unità. Grande sofferenza dunque per la nostra regione che deve fare i conti con numeri impietosi e un ricambio generazionale che tarda ad arrivare.
“Non abbiamo mai nascosto che esiste una situazione di emergenza per quanto riguarda i medici di base –ha dichiarato l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin–, ma è un problema che attanaglia tutta Italia e che si è acuito dopo la fase calda del Covid. Come Regione stiamo mettendo in campo tutte le contromisure possibili e anche tutte le Regioni italiane, con una lettera del Presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga al Ministro Schillaci, hanno chiesto di riprendere celermente il confronto su un documento che abbiamo inviato a giugno con proposte per interventi sia emergenziali che strutturali”.
“A livello nazionale – ha aggiunto Lanzarin– vanno trovate risposte a una professione che non è evidentemente più appetibile come un tempo lavorando sui carichi di lavoro, sugli aspetti incentivanti, sulla burocrazia che grava sugli mmg, sulla qualità della vita. Detto questo, in Veneto la situazione è di emergenza, ma non drammatica come da alcune parti la si vuole descrivere. Oggi abbiamo in attività 2.766 medici di medicina generale. Dal 2023 al 2025 sono previsti 462 pensionamenti (calcolati sull’età di 70 anni prevista per la categoria), ma nello stesso periodo i corsi di formazione triennali in atto diplomeranno 589 nuovi medici. Bisogna anche spiegarsi bene su cosa si intende per zone carenti, che non necessariamente corrispondono in toto in cittadini senza assistenza, anzi”.