Manovra, in serata il Cdm. Da flat tax, a reddito di cittadinanza e pensioni
Dovrebbe tenersi in serata, alle 20.30, il Consiglio dei ministri chiamato a varare la prima manovra del governo guidato da Giorgia Meloni. Il Cdm non è stato ancora formalmente convocato ma i ministri sono stati preallertati per la riunione serale che potrebbe essere preceduta da incontri politici per valutare le questioni ancora aperte.
Sul cuneo fiscale: si va verso una replica del taglio di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro, già introdotto dal governo Draghi, mentre si pensa di incrementarlo fino a 3 punti per le fasce più fragili, ossia quelle con un reddito inferiore a 20mila euro. Sulla flat tax, invece, dovrebbe essere confermato l’aumento della soglia da 65 a 85 mila euro per autonomi e partite Iva.
Sulle pensioni si lavora a quota 41+62. Ieri il sottosegretario al Lavoro della Lega, Claudo Durigon, aveva dichiarato: “Proporremo una quota ponte che è quota 41, che inizia con un paletto degli anni. E’ necessario perché un riforma pensionistica strutturale così complessa, con tanti sistemi di fuoriuscita, credo vada messa a regime con un confronto. Per ora abbiamo creato questa formula di 41 e 62, in riferimento agli anni rispettivamente di contributi e anagrafici per uscire dal lavoro. Fare le cose di fretta avrebbe portato degli errori, pur ribadendo che serve una riforma pensionistica complessiva che lanci definitivamente quota 41 e ci prendiamo l’anno successivo per pensare questa norma insieme alle parti sociali”.
Quota 41 farebbe lasciare il proprio posto di lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Senza paletti anagrafici, però, la misura costa troppo per una legge di Bilancio che – dei 30 miliardi o poco più di valore complessivo sui quali si ragiona – ne deve destinare ancora 21 al caro-bollette. Solo il primo anno infatti la misura costerebbe 4 miliardi di euro e la cifra sarebbe destinata a crescere fino a quasi 10 miliardi nel 2029. Introducendo il paletto anagrafico di 62 anni si restringerebbe comunque la platea dei possibili beneficiari a 40-50 mila persone.
Tra le misure c’è anche quella sull’azzeramento dell’Iva per i generi alimentari di prima necessità come pane, pasta e latte. Al vaglio anche la misura sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche con l’innalzamento della tassazione dal 25 fino al 33%.
Si va verso l’esaurimento del reddito di cittadinanza per gli occupabili nei prossimi 6 mesi. “Chi prende il sussidio non potrà rifiutare un impiego – spiega Durigon – Basta con la ricetta a 5 stelle dei soldi a pioggia”.