Covid in Cina, scontri tra manifestanti e polizia. Arrestato e picchiato un giornalista britannico
La Cina ha registrato quasi 40.000 nuovi contagi su scala nazionale, un numero certo elevato anche se decisamente inferiore rispetto ai dati europei e degli altri Paesi nel resto del mondo. Non si registrano tra l’altro vittime a causa del Coronavirus. Malgrado ciò la politica di Pechino segue una “tolleranza zero” al Covid, con restrizioni e limitazioni pesantissime: migliaia di persone sono scese in strada in diverse città cinesi e le proteste questa volta hanno preso di mira il Partito comunista e il presidente Xi Jinping, di cui sono state chieste le dimissioni.
A Shanghai sono scoppiati scontri con la polizia e molte persone sono state arrestate. Anche un giornalista dell’emittente pubblica britannica Bbc che stava seguendo le proteste è stato arrestato e, a quanto pare, picchiato dalla polizia. “La Bbc è molto preoccupata per il trattamento del nostro giornalista Ed Lawrence, che è stato arrestato e ammanettato mentre copriva le proteste a Shanghai”, ha detto un portavoce del gruppo in una dichiarazione.
La Bbc ha poi aggiunto di non aver ricevuto alcuna spiegazione ufficiale o scuse da parte delle autorità cinesi, al di là di un’affermazione da parte di funzionari, che successivamente lo hanno rilasciato, che lo avevano arrestato per il suo bene nel caso avesse preso il Covid tra la folla”. Il report è stato rilasciato ma il governo britannico ha definito oggi le azioni della polizia cinese inaccettabili e preoccupanti. “Qualunque cosa accada, la libertà di stampa dovrebbe essere sacrosanta”, ha detto il ministro degli Affari, Grant Shapps, alla radio LBC.
Intanto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, ha reso noto che l’arresto a Shanghai di Lawrence, nell’ambito delle proteste contro le misure anti-Covid, è avvenuto perché non si è identificato come giornalista.