Attivata una “task-force” per il restauro del Duomo di S. Pietro in centro. Servono 2 milioni
Tra l’Omo e il divino, nel cuore di Schio, sorge maestoso il Duomo dedicato a S. Pietro, che proprio della generosità degli uomini (e donne) scledensi ha bisogno per tornare agli estetici fasti di un tempo, vista la facciata da rimettere in sesto. Un restauro necessario e impellente anche sul piano della sicurezza quello che attende la grande chiesa che si erge sopra piazza Rossi nel centro città, “vigilata” dal 1945 dal monumento al Tessitore posto dinanzi – ribattezzato “l’Omo” appunto – simbolo della laboriosità del popolo locale.
Per accelerare i tempi e attingere inoltre a maggiori risorse è stata attivata in questi giorni una raccolta fondi dedicata al “lifting” del lato frontale del Duomo, coinvolgendo il privato – con la Banca Bvr in prima linea – e il pubblico, rappresentato dal Comune di Schio. E, da adesso, anche la popolazione. Il target è stato fissato intorno ai 2 milioni di euro, in base alle stime di chi si sta occupando del progetto. Con uno sguardo attento a eventuali bandi pubblici a cui bussare, oltre che alla generosità del singolo.
Si tratta di una vera e propria campagna denominata “Siamo pietre vive“, infatti, quella in fase di lancio e che mira a coinvolgere potenzialmente chiunque, scledense e non, che voglia e possa dare un obolo per l’intervento sulla facciata. Un cantiere futuro di lavori di ripristino dell’originaria bellezza di colonne, gradinate e pareti esterne a cui restituire colore e brillantezza, che “viaggerà” in parallelo rispetto alle opere di restauro generale del monumento sacro. In atto già a partire dagli anni ’90 del secolo scorso in diversi stralci.
Per quanto riguarda la facciata che dà su piazza Alessandro Rossi, infatti, si tratta di un impegno di manutenzione straordinaria, a cui la parrocchia omonima di San Pietro non può far fronte da sola e, in accordo con il Comune di Schio e con il supporto di BVR Banca, è nata l’idea della raccolta fondi. Ripercorrendo la storia della casa del Signore che sorge in pieno centro storico di Schio, non si tratta peraltro della prima volta in cui si richiede la partecipazione di generosi fedeli e/o concittadini. E, secondo il racconto offerto proprio da chi conosce gli antefatti dell’edificio sacro, sempre in tempi di difficoltà e ristrettezze.
Eccone una testimonianza, che il parroco monsignor Carlo Guidolin, rende nota proprio in occasione dell’incontro che ha sancito l’avvio ufficiale della raccolta fondi, alla presenza del sindaco Valter Orsi. “Nel 1805 l’allora arciprete Giuseppe Manfrin Provedi – spiega il sacerdote – cominciava l’edificazione del prònao del nostro Duomo. Erano tempi difficili sia politicamente, sballottati tra Austria e Francia, sia economicamente, con le industrie tessili che soffrivano la concorrenza straniera, sia socialmente. Eppure quel prete, confidando nell’amore degli scledensi per la loro chiesa, decise ugualmente di andare avanti, con un impegno che durerà una quindicina d’anni. Vent’anni dopo l’ultimo pastore nativo di Schio, mons. Gaetano Greselin, poneva mano alla monumentale gradinata, sempre confidando nell’aiuto di Schio. E tale aiuto mai mancò. Anche oggi la nostra parrocchia, custode di quest’edificio, pur consapevole delle difficoltà, bussa sommessamente alla porta di quegli abitanti di Schio che vogliono sostenere il restauro del Duomo, ammalorato esternamente dalle intemperie, dopo pochi decenni dall’ultimo restauro. Che questo restauro, che vuole ben connettere le pietre del nostro Duomo, sia immagine esterna di una nuova unità nella carità, dopo i difficili momenti che stiamo ancora vivendo”.
La necessità dell’intervento è motivata da esigenze tecniche e di sicurezza, come spiega l’architetto Massimo Zampieri che sta seguendo il progetto: “sono evidenti gli effetti del dilavamento e delle incrostazioni, affiorano muffe, muschi e arbusti di vario genere. Si stanno notando poi dei distacchi delle pietre poste a tenuta delle colonnine delle balaustre tanto da richiedere l’installazione di transenne e barriere protettive”. L’intervento futuro sarà suddiviso in più fasi partendo dal consolidamento delle parti lapidee che costituiscono il sistema di balaustrate, muraglioni e gradinate. Successivamente, poi, si passerà alle opere di pulizia e consolidamento degli intonaci della facciata del Duomo, del pronao e dei campanili. Nella terza e quarta fase di intervento, invece, i lavori si concentreranno sulla facciate laterali, del retro e su quelle della canonica.
“Schio e gli scledensi hanno sempre dimostrato un intenso e vivo attaccamento verso un bene culturale di grande pregio e un luogo di fede dal profondo valore liturgico e spirituale. Un patrimonio che, insieme, possiamo e dobbiamo tutelare e valorizzare – sottolinea il sindaco Valter Orsi -. In accordo con la parrocchia di San Pietro e coinvolgendo Bvr Banca, promuoviamo questa raccolta fondi perché ognuno di noi può fare la propria parte per far sì che San Pietro ritorni a mostrarsi in tutto il suo splendore. Faccio appello alla sensibilità degli scledensi, alle imprese, alle associazioni e ai club service del territorio affinché insieme si possa realizzare questo importante intervento conservativo a favore di un tesoro di arte, storia e fede che è parte integrante della nostra città. In passato, in diverse occasioni, Schio ha dato prova di una grande solidarietà operante rivolta al bene comune raggiungendo risultati inaspettati a beneficio di tutti. Ancora una volta, come Città, possiamo dimostrare il nostro essere comunità unita contribuendo alla realizzazione di quella che è da considerarsi un’opera collettiva”.