Iran, condannate a morte 500 persone dopo le proteste in piazza
Più di 500 persone sono state condannate a morte in Iran nel 2022. Un dato che supera le 314 del 2021 registrate da Amnesty International. È il tragico bilancio di quanto sta accadendo nel paese dove da metà settembre vanno avanti le proteste in seguito alla morte di Mahsa Amini. A fare il punto della situazione ci ha pensato l’ong Human Rights che sta cercando di confermare altri casi di condannati. Intanto però è noto che il numero di donne giustiziate quest’anno è il più alto degli ultimi 5 anni.
E mentre si cerca di porre un freno a questa escalation di terrore, il capo della magistratura di Teheran Gholahossein Ejei avrebbe annunciato che i condannati per le proteste in Iran saranno presto impiccati. Si tratta di condannati a morte per “guerra contro Dio” e “corruzione sulla Terra”, due capi d’accusa molto pesanti per la legge islamica iraniana. Il nuovo annuncio di Teheran arriva all’indomani dello scioglimento della polizia morale, creata nei primi anni 2000 per “diffondere la cultura della decenza del velo islamico”.
Il pugno duro contro l’ondata di proteste è ancora molto forte. Basti pensare che le forze armate iraniane hanno confermato di essere pronte a fronteggiare in ogni maniera i rivoltosi. Nei mesi scorsi si sono già verificati duri scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti scesi in pizza. Secondo i dati dell’agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, negli scontri hanno perso la vita almeno 471 persone, tra cui 64 minori e 61 membri delle forze di sicurezza.