Sequestrata in casa dal padre per 8 giorni: non accettava la relazione con un indiano di un clan diverso
E’ stata liberata dai carabinieri la ragazza di 22 anni segregata in casa dai primi di dicembre per volontà del padre, secondo quanto emerge dalle indagini contrario alla relazione in corso con un giovane asiatico – tutti e tre sono connazionali, indiani di origine – anch’egli residente nell’Ovest Vicentino. A dare l’allarme era stato il ragazzo, preoccupato perché da giorni non riusciva a contattarla, fin a quando, dopo la denuncia di scomparsa, gli è poi giunta una telefonata dall’amata dopo oltre una settimana di silenzio totale, in cui lei stessa spiegava – disperata – il motivo della sua assenza prolungata.
In seguito al blitz dei militari della compagnia di Valdagno è stata restituita la libertà alla 22enne di Valdagno, mentre è accaduto l’inverso per il padre, arrestato con l’accusa di sequestro aggravato. Avrebbe agito spinto dall’avversità verso il clan di appartenenza di quel giovane che la figlia invece amava.
L’arresto di D.S., 51enne di nazionalità indiano da tempo residente in Veneto dove lavora e si è costruito una famiglia, risale a mercoledì 7 dicembre, ma la notizia è stata diffusa solo stamattina dopo il vaglio della Procura di Vicenza. Era arrivato al punto di far giungere al datore di lavoro della figlia una lettera di dimissioni, tra la fine di novembre e i primi di dicembre accolta inaspettatamente ma senza poter pensare all’incubo che stava vivendo la ragazza, chiusa in casa senza contatto alcun con l’esterno. Non solo una sorta di punizione, nei confronti della giovane donna che non ubbidiva al volere dei genitori, ma ben altro. Per lui era inaccettabile il rapporto affettivo con una persona di un gruppo sociale diverso, con sullo sfondo un retaggio culturale che considerava una sorta di “onta” da impedire in ogni modo.
La denuncia di scomparsa risale invece al 5 dicembre, inoltrata presso la stazione dell’Arma di Valdagno, con il fidanzato a raccontare per filo e per segno cosa era accaduto. Sono stati avviati quindi i primi accertamenti svolti dai militari dell’Arma fino a quando, due giorni dopo la denuncia, la stessa ragazza, utilizzando di nascosto un vecchio cellulare ormai in disuso, vincendo la paura di essere scoperta dal padre, riusciva a contattare il fidanzato. Una breve conversazione, in cui la riusciva a descrivere la segregazione e a chiedere aiuto, con il ragazzo ad avvertire immediatamente i carabinieri, entrati dunque in azione con un decreto di perquisizione dell’abitazione familiare. A coordinare l’intervento è il comandante della compagnia valdagnese Danilo Ciampini.
La ragazza, visibilmente scossa dopo una settimana rinchiusa in casa contro la sua volontà ma in buon stato di salute, è stata affidata a un centro antiviolenza e assistita. Si trova ora in una struttura protetta. Il padre 51enne, invece, dopo la convalida dell’arresto è rientrato nell’abitazione in regime di arresti domiciliari.