Carenza di medici di base, la Regione incontra le organizzazioni di categoria
I principali interventi per fronteggiare la carenza di medici e le linee guida per lo sviluppo futuro della medicina generale in Veneto: sono questi i temi al centro dell’incontro avvenuto lunedì scorso fra l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e le organizzazioni sindacali della medicina generale.
La Regione in un comunicato spiega di aver presentato agli organi di rappresentanza dei medici di medici generale la proposta di riorganizzazione territoriale di questo servizio che come è noto si pone a cavallo fra pubblico e privato, in quanto i medici di famiglia sono professionisti privati che operano in convenzione con il sistema sanitario nazionale.
La riorganizzazione prevede nuovi standard minimi di accessibilità oraria, con l’apertura degli ambulatori da un minimo di sette ad un massimo di 24 ore al giorno, nelle sedi principali. Su queste strutture è stato previsto da parte regionale un importante investimento sul personale.
La progettualità di sostegno e sviluppo dovrebbe consentire servizi migliori al cittadino, facendo leva sull’esperienza positiva delle medicine di gruppo e medicine di gruppo integrate: qui ai medici di medicina generale vengono affiancati infermieri e personale amministrativo.
“Questo sviluppo si colloca nel contesto delle riforme del Pnrr e di quanto stabilito dal recente accordo collettivo nazionale – specifica Lanzarin -, e prevede l’identificazione di forme di associazione fra professionisti della medicina generale, le Aggregazioni funzionali territoriali (in breve, Aft). Ma anche lo sviluppo di un Sistema Informativo Unico Regionale e l’introduzione di personale infermieristico e personale amministrativo appositamente formato”.
Tra gli interventi presentati vi sono, inoltre, incentivi specifici per l’accettazione delle zone carenti “croniche” da parte di nuovi medici privi di convenzione, per promuoverne l’ingresso nella rete assistenziale.
Il direttore generale della sanità veneta, il dottor Luciano Flor, presente all’incontro, ha illustrato le misure specifiche per rendere sostenibile e supportata da tutor la copertura delle zone carenti da parte dei medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale, favorendo, con ciò, l’inserimento dei giovani medici.
Queste misure per la Regione rappresentano gli elementi principali sui quali è stata aperta la trattativa con i sindacati della medicina generale, con i quali è prevista la sottoscrizione di un accordo integrativo regionale.
Tra gli interventi invece illustrati per fronteggiare la carenza di medici è prevista la proroga delle misure contenute nella delibera di Giunta numero 8 di quest’anno, che prevede l’aumento del massimale a 1800 pazienti per i singoli medici di medicina generale che si rendono disponibili su base volontaria. A fronte dell’aumentato carico di lavoro sotto il profilo burocratico ed amministrativo, a questi medici verrà riconosciuta, oltre all’indennità annua di collaboratore di studio pari a 3,50 euro per assistito in carico, prevista dall’accordo collettivo nazionale vigente, un’integrazione di ulteriori 2 euro per assistito all’anno.
“L’incontro, in cui sono stati presentati interventi di natura emergenziale unitamente a elementi per lo sviluppo a medio e lungo termine delle cure primarie – conclude Lanzarin -, rappresenta un importante elemento del percorso con cui la Regione, in condivisione con le organizzazioni sindacale, e intende gettare le basi per una riorganizzazione profonda dell’assistenza medica alla popolazione”.