Giornalismo in lutto: è morto Mario Sconcerti, firma storica dello sport
Mondo del giornalismo sportivo, e non solo, in lutto. Si è spento a Roma Mario Sconcerti, una delle firme storiche della stampa italiana. Aveva 74 anni ed era ricoverato presso il Policlinico di Tor Vergata per accertamenti di routine. Secondo il racconto dei parenti, un malore lo avrebbe colto all’improvviso ed a nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei medici.
Da Firenze a Roma, raccontando lo sport azzurro. Sconcerti aveva cominciato la sua carriera al Corriere dello Sport di Firenze, presto trasferito alla redazione milanese dove si dedicò al ciclismo. Dal 1979 passa a La Repubblica, per poi arrivare alla Gazzetta dello sport nel 1987 di cui diviene vicedirettore vicario. Esperienza durata un anno, poi il ritorno al quotidiano romano e dal 1992 diventa direttore del Secolo XIX.
Calcio raccontato e vissuto. Sconcerti dal 1995 al 2000 ha ricoperto il ruolo di direttore del Corriere dello Sport prima di diventare direttore generale della Cecchi Gori Group e della Fiorentina, ma divergenze con un altro dirigente viola, Giancarlo Antognoni, lo convinsero a lasciare il ruolo. Il salto dalla stampa alla televisione è stato breve, e Sconcerti diventò opinionista per tutte le maggiori trasmissioni sportive di tutte le piattaforme, satellitari e non. La sua ultima avventura, come editorialista del Corriere della Sera e ancora come opinionista in radio e televisione.
La narrazione dello sport, da sempre. Oltre che sui quotidiani, Sconcerti è stato anche autore di libri come “Con Moser da Parigi a Roubaix” del 1978, “Storia delle idee del calcio” del 2009, “Il calcio dei ricchi” del 2012 e “Storia del gol” del 2015.