Ucraina: ad un anno dall’invasione russa Zelensky prepara una proposta di pace
Ad un anno dall’invasione russa dell’Ucriana potrebbe arrivare una proposta di pace da parte del presidente Volodymyr Zelensky. Il piano articolato in 10 punti già illustrato al presidente americano Biden durante la visita a Washington, potrebbe essere presentato da Zelensky intorno al 24 febbraio prossimo.
Secondo il Wall Street Journal, Kiev intenderebbe prima massimizzare le riconquiste territoriali, con “più vittorie possibile” per poi presentarsi più forte ad un eventuale tavolo negoziale. Gli analisti tuttavia ritengono che Mosca stia meditando un’offensiva nel Donbass o anche in direzione di Kiev proprio nel mese di febbraio.
Il piano di pace di Kiev è stato discusso anche coi partner del G7, ha riferito il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Posso solo dirvi che stiamo valutando ciò che ha proposto” Zelensky, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa, secondo cui la formula di Kiev è “un buon inizio”, ma senza specificare quanto tempo ci vorrà a Stati Uniti e Ucraina per valutare congiuntamente il piano.
Per arrivare alla pace però ci vuole buona volontà da entrambe le parti e Putin continua con il suo atteggiamento altalenante. da un lato si dice pronto alla pace addossando la colpa di un mancato accordo ad Ucraina e Stati Uniti, dall’altro ha ordinato ai capi dell’industria della difesa di garantire che l’esercito russo riceva tutte le armi e le attrezzature “nei tempi più brevi possibili” per combattere in Ucraina. Oggi è attesa anche la visita del leader bielorusso Aleksandr Lukashenko atteso a Mosca dopo la recente visita di Putin a Minsk. Il Cremlino non dimentica poi la vendetta contro il price cap europeo sul gas, mentre il ministro all’Energia e vicepremier russo, Aleksandr Novak, ha annunciato l’intenzione di dirottare le forniture di gas dall’Europa verso altre aree del mondo, benché il mercato europeo resti “rilevante”.
Putin deve fare i conti anche con il crescente malcontento nel suo Paese. Secondo molti, il presidente russo starebbe limitando le possibilità di dover affrontare situazioni e domande scomode legate al malcontento nel Paese per l’andamento del conflitto contro Kiev. Tra le varie cancellazioni fa particolare clamore quella della tradizionale conferenza di fine anno, confermata dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Con il conflitto che si avvia ormai a compiere un anno, persino Vladimir Putin ha usato per la prima volta la parola “guerra” parlando dell’offensiva militare giovedì in conferenza stampa. Un dettaglio che non è passato inosservato e che ha scatenato reazioni anche in Russia, con un deputato del comune di San Pietroburgo, Nikita Yuferev, che ha chiesto l’apertura di un procedimento nei confronti dello zar. Le autorità russe hanno introdotto una legge che prevede pesanti pene detentive per ogni pubblicazione di informazioni sull’esercito russo ritenute “false”
Lo scivolone di Putin è stato subito sottolineato dagli Usa. “Dal 24 febbraio, gli Stati Uniti e il resto del mondo sanno che l’operazione militare speciale è stata una guerra non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano. “Alla fine, dopo 300 giorni, Putin ha chiamato la guerra con il suo nome”.
Sul campo. Intanto continuano a cadere le bombe in tutta l’Ucraina, con attacchi su Kharkiv e a Kherson. Due civili sono morti e un asilo è rimasto danneggiato. La capitale ucraina continua a subire gravi carenze energetiche, fino al 50% del fabbisogno, con la capitale ucraina ancora alle prese con blackout di emergenza. Dall’altra parte del fronte, i filorussi hanno denunciato l’esplosione di un’autobomba a Melitopol, che ha provocato due feriti. Giovedì invece l’ex vice premier e direttore generale dell’agenzia spaziale russa Roskosmos, Dmitry Rogozin, insieme al governatore dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk Vitaly Khotsenko, sono rimasti feriti a Donetsk durante alcuni bombardamenti delle forze ucraine.