La Manovra passa la prova della Camera, atteso ora il test al Senato
Dopo l’approvazione della Camera, il testo della manovra passa al Senato, dove dovrebbe essere convertito in legge. Tra mille ostacoli arriva all’ultimo miglio la Manovra che dovrà ricevere l’ok definitivo entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nonostante le turbolenze l’importante è atterrare”. “Lo spettacolo più indegno degli ultimi vent’anni” lo ha invece definito Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.
Tra le principali misure in primo piano l’energia. Per il 2023 sono stati stanziati fondi a sostegno di famiglie e imprese coperti grazie allo scostamento di bilancio per un valore di 21 miliardi. A questo si aggiunge un taglio degli oneri impropri delle bollette per tutti e bonus sociale rafforzato per le fasce più povere. E scende dal 22% al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023. Stabiliti crediti d’imposta più alti per le imprese energivore e gasivore.
Salta il tetto al Pos. Per il momento i commercianti non potranno rifiutarsi di accettare pagamenti entro i 60 euro con il Pos, pena la possibilità di incorrere in sanzioni. In compenso, per calmierare i costi delle commissioni a carico degli esercenti più piccoli viene istituito un tavolo permanente e, in caso di mancata soluzione, scatta un “contributo straordinario”. Confermato invece il tetto dei 5mila per i pagamenti da gennaio.
Diminuisce di una mensilità il Rdc. la diminuzione riguarda però solo gli occupabili, mentre per nuclei con minori, anziani o disabili si continuerà ad erogarlo fino a fine anno, in attesa di una riforma complessiva. La maggioranza vuole far saltare il principio dell’offerta congrua (si dovrà cioè accettare un lavoro alla prima proposta), ma forse si dovrà ancora ritoccare la misura per garantire la stretta. Sale da 6mila a 8mila euro la detassazione per chi assume percettori di reddito. Per chi è in povertà assoluta viene invece istituito il reddito alimentare.
Novità anche per le pensioni. Ci si potrà andare con 41 anni di contributi e 62 di età (quota 103). Previsto però un incentivo per chi resta al lavoro, alias bonus Maroni. Cambia ancora Opzione donna, che sale a 60 anni, ma solo per tre categorie di lavoratrici svantaggiate. Le pensioni minime salgono a 600 per gli over 75.
E ancora: Superbonus al 110% fino al 31 dicembre. Per i mutui sarà possibile passare dal tasso variabile al fisso per quelli fino 200mila euro con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti. Dieci le diverse modalità di regolarizzazione previste per la cosiddetta tregua fiscale. L’App18 si sdoppia in due carte, ma cumulabili, che di 500 euro ciascuna: una per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro ed una per gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti. Iva ridotta al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli e il congedo parentale sarà all’80% per un mese aggiuntivo entro il sesto anno d’età, anche per i padri. Il bonus psicologo diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50mila euro
Infine taglio del cuneo e flat tax, con l’esonero contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro. Il taglio sale al 3% per redditi più bassi. Tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro. Per autonomi e partite Iva la tassa piatta è estesa ai redditi fino a 85mila euro e arriva una flat tax incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro.