La crisi idrica in Veneto prosegue: precipitazioni ancora insufficienti rispetto al necessario
Nonostante la parvenza di un miglioramento, in Veneto la situazione di scarsità della risorsa idrica è presente su una buona parte dell’alta pianura. Questo almeno dicono i dati Arpav di fine anno.
Gli esperti hanno costatato infatti che i livelli idrici risultano in linea o inferiori rispetto ai minimi assoluti mai registrati a fine dicembre negli ultimi 20 anni.
Dunque, è chiaro che occorrerà una prosecuzione dell’inverno con precipitazioni ben superiori alla norma, per arrivare alla prossima primavera con una situazione simile a quella a cui si è generalmente abituati.
Precipitazioni ancora scarse rispetto al necessario
Sul Veneto fra ottobre e dicembre sono caduti mediamente 236 mm di precipitazioni, a fronte di una media, nel periodo 1994-2021, di 328 millimetri. Gli apporti del periodo sono inferiori alla media (-28%) e sono stimati in circa 3337 milioni di metri cubi.
Le precipitazioni a dicembre sono state nevose sulle porzioni alte dei bacini, per cui non vi è stata una significativa risposta idrologica in termini di deflussi nelle sezioni analizzate.
Nelle Dolomiti il mese di dicembre è stato uno dei dieci più miti degli ultimi 30 anni. Particolarmente calda è stata la terza decade del mese con ben +4°C rispetto alla norma e le temperature elevate hanno favorito la fusione del manto nevoso lungo i versanti ripidi soleggiati. Alcune notti con cielo coperto hanno favorito un ulteriore riscaldamento del
manto nevoso per il mancato raffreddamento notturno da irraggiamento.
La falda
Le precipitazioni, avvenute a fine novembre e nella prima metà di dicembre, hanno sì innescato delle dinamiche di ricarica della falda acquifera, ma con effetti diversificati nelle varie zone: più accentuati in media e in bassa pianura e nel vicentino, meno marcati o appena accennati altrove.
Dai dati analizzati da Arpav emerge come nel mese di dicembre nell’alta pianura veronese i livelli siano in netto calo e i valori sono ben inferiori a quelli mai registrati nello stesso periodo, nell’alta pianura vicentina e padovana, invece, vi è stato un incremento, nell’alta pianura trevigiana le variazioni di falda sono state di lieve entità e nell’area di media e bassa pianura si osservano inizialmente incrementi e successivamente dei cali di lieve entità.
Per quel che riguarda il vicentino, nel dettaglio la stazione di Dueville, dopo essere uscita
dall’asciutta alla fine della prima decade di novembre, la falda è salita di oltre due metri per poi cominciare a calare nell’ultima settimana di dicembre, con un confronto fra valore
medio mensile e un valore atteso pari a -45%; la stazione di Schiavon, invece, è uscita dall’asciutta a inizio dicembre e risulta in constante incremento per tutto il mese (+93 centimetri) , con un livello a fine dicembre comunque inferiore al minimo della serie storica per il periodo (2017) e un confronto fra valore medio mensile e valore atteso pari a -123%.
I fiumi
Al 31 dicembre è stato registrato che le portate dei maggiori fiumi veneti sono nuovamente in calo e si mantengono ancora nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua.