Tre cervi cadono nella roggia e rischiano di annegare: salvati dai cacciatori – VIDEO
Si può affermare con un gioco di parole che sia venuto “a galla” a distanza di alcuni giorni un episodio di salvataggio di animali selvatici avvenuto nella festa dell’Epifania a Cogollo del Cengio, con tre volontari del Comprensorio Alpino 3 a portare in salvo altrettanti giovani cervi destinati altrimenti ad affogare nella roggia presente nel paese pedemontano.
A lanciare l’allarme al 118, quel giorno, erano stati alcuni escursionisti in bicicletta dai sentieri boschivi che costeggiano il canale, dopo aver scorto tre cervi adulti dimenarsi in acqua, senza possibilità alcuna di risalire le sponde in autonomia.
Dalla centrale operativa sarebbero stati informati i carabinieri della stazione più locale, con i militari a chiamare subito in causa la Provincia – ente competente per gli salvaguardia delle specie selvatiche – e quindi alcuni cacciatori reperibili della zona iscritti al comprensorio faunistico-venatorio che comprende l’area di Cogollo del Cengio, Caltrano, Lugo e Calvene. Appello raccolto dal commissario dell’ente, Kristian Marighetto, giovane del posto, che ha subito raccolto la disponibilità di altri amici che con lui condividono la passione per la caccia. O tre si sono diretti verso località Bojaori.
Nel corso della perlustrazione del tratto di canale che porta l’acqua alla centralina Enel, il terzetto ha scorto prima una coppia di cervi e solo in un seguito il terzo esemplare, tutti che annaspavano tentando di nuotare verso valle a fronte dei tentativi falliti di risalita. Grazie alla conoscenza della zona, i tre volontari sono riusciti con urla e movimenti dalle sponde a “spingere” gli ungulati ormai esausti verso delle scalette di cemento utilizzate per la manutenzione del canale, in prossimità di un ponticello: era l’unica via di salvezza per i cervi, riusciti alla fine a prendere la via del bosco prima di arrendersi all’inevitabile affogamento. In particolare in una clip video girata dai soccorritori si vede una femmina stremata, appena uscita dall’acqua, a tal punto da non reggersi sulle zampe per la fatica. Non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Come del resto avvenuto in parecchi altri casi recenti, soprattutto quando a cadere in acqua sono i caprioli – ma anche tassi e volpi -, esemplari meno robusti rispetto ai “miracolati” cervi dell’Epifania e quindi spesso destinati a non riemergere da una roggia che più volte si è tramutata in trappola mortale. E, per la quale, da più parti – sia dal fronte della caccia sportiva che da parte di ambientalisti e animalisti – si invoca una recinzione per proteggere tutto il tratto d’acqua la cui corrente rapida non lascia molto margine di sopravvivenza agli animali che finiscono in acqua. Le norme vigenti, però, pare non la prevedano.
“I cervi sono stati fortunati – spiega il portavoce del comprensorio 3 -, perchè l’acqua era a un livello a metà di quello consueto in questi giorni, altrimenti sarebbero andati incontro a morte certa vista la corrente forte in quel tratto. Spaventandoli dalle sponde siamo riusciti a indirizzarli verso l’unica via di fuga, più a valle, dopo averli avvistati. Ringraziamo chi ha fatto la segnalazione permettendo di intervenire, e anche i vigili del fuoco intervenuti sul posto. Stavolta è andata bene, ma nel 90% dei casi non succede così, soprattutto quando si parla di caprioli: sono una quindicina quelli annegati nella roggia nell’ultimo biennio, e 3/4 cervi. Sono pochi quelli che si salvano, serve una rete di protezione anche se purtroppo ad oggi le normative non la impongono, e solo alcuni tratti sono ad oggi protetti”.