Plusvalenze, stangata alla Juventus: 15 punti di penalizzazione
Tanto tuonò che piovve. Davvero strana la Giustizia Sportiva Italiana: capace di passare in poco tempo da un’archiviazione dell’inchiesta sulle plusvalenze di bilancio, alla riapertura del processo dopo le indagini della magistratura ordinaria sui bilanci della Juventus. La famosa “Operazione Prisma”.
Da qui, la stangata decisa dalla Corte Federale d’Appello che nella sua sentenza va ben oltre i nove punti di penalizzazione chiesti dal Procuratore Federale per il campionato in corso e sanzionato il club bianconero con 15 punti di penalizzazione. Una Giustizia Sportiva atipica rispetto a quella vista fino a poco tempo fa; quella che assolveva praticamente tutti a livello di Serie A.
Squalifiche pesanti anche per gli ex dirigenti juventini. Per loro è stata chiesta anche l’estensione dei provvedimenti a livello UEFA e FIFA: 2 anni e mezzo d’inibizione a Fabio Paratici (ora al Tottenham), 2 anni ad Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, 1 anno e 4 mesi a Federico Cherubini e 8 mesi a Nedved, Garimberti, Vellano, Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio. Mentre, sono stati assolti gli altri otto club e i rispettivi amministratori e dirigenti coinvolti nel caso plusvalenze. Questa cosa ha sollevato perplessità da parte di molti. Che vuol dire? Sono state considerate vittime dal “Sistema Juve” in tema di plusvalenze? La Juventus adesso ha un mese di tempo per fare ricorso al Collegio di Garanzia del Coni. Intanto, in classifica la Juve precipita dal terzo al decimo posto: 22 punti, lontanissima dalla zona Champions League.
Le richieste dell’accusa aumentate dalla Corte. Vista la gravità dei fatti contestati alla Vecchia Signora e l’impatto avuto dal punto di vista sportivo sui campionati, la richiesta del Procuratore Federale Giuseppe Chinè era stata di una sanzione davvero afflittiva che tenesse la Juventus fuori dalle Coppe europee. Con questa motivazione: “Le plusvalenze fittizie nei bilanci al 30.6.19, 30.7.20 e la trimestrale 2021 hanno permesso alla Juventus di ridurre le perdite e di non ricapitalizzare, e di fare il mercato, con effetti vantaggiosi sul piano delle competizioni sportive a cui ha partecipato in quelle stagioni. Quindi la penalizzazione, per essere afflittiva, deve collocare la Juve in una posizione, in questo momento della stagione, che non permetta la partecipazione alle competizioni europee della prossima stagione”. La Corte Federale d’Appello ha rincarato la dose.
Il comunicato della Juventus. Nella tarda serata di venerdì 20 gennaio, dopo un silenzio durato un paio d’ore, è arrivata la presa di posizione ufficiale del club bianconero. Nella nota c’è scritto: “L’odierno accoglimento del ricorso per revocazione da parte delle Corte d’Appello Federale ci pare costituisca una palese disparità di trattamento ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti rispetto a qualsiasi altra società o tesserato. Attendiamo di leggere con attenzione le motivazioni per presentare il ricorso davanti al Collegio di Garanzia dello Sport, tuttavia evidenziamo, fin da ora, che alla sola Juventus e ai suoi dirigenti viene attribuita la violazione di una regola, che la stessa giustizia sportiva aveva ripetutamente riconosciuto non esistere. Riteniamo che si tratti di una palese ingiustizia anche nei confronti di milioni di appassionati, che confidiamo sia presto sanata nel prossimo grado di giudizio”. Insomma, siamo solo all’inizio di una lunga battaglia legale che preannuncia altri colpi di scena clamorosi.