Presidenze: alla Camera Fico dei 5 Stelle, la forzista Casellati al Senato
Giorno del giudizio per le presidenze delle due Camere del Parlamento. Il deputato del Movimento 5 stelle, Roberto Fico, è stato eletto presidente della Camera con 422 voti. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Forza Italia, è invece la nuova presidente del Senato, con 240 voti. E’ la prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia della Repubblica.
L’accordo è maturato dopo il nulla di fatto di ieri e il botta e risposta tra i partiti che hanno vinto le elezioni, andato avanti per tutta la notte. Dopo il passo indietro di Anna Maria Bernini, indicata da Salvini contro la volontà di Berlusconi, il M5s ha aperto uno spiraglio al Cavaliere a patto di avere i voti di Fi per un proprio candidato alla Camera. In questo spiraglio, l’ex presidente del Consiglio ha sostituito in corsa la Casellati al posto della Bernini, ponendo però altre due condizioni. La prima al MoVimento Cinquestelle, ovvero il veto su Fraccaro alla Camera per ripagare con la stessa moneta il No dei pentastellati alla candidatura di Paolo Romani al Senato.
Così anche in casa 5 stelle si è consumato il passo indietro di Riccardo Fraccaro, ringraziato poi publlicamente da Fico. La seconda condizione invece è stata posta proprio all’alleato leghista Matteo Salvini: nel comunicato finale del vertice, il Cavaliere fa mettere a verbale una indicazione che tenta di bloccare la strada a un governo Lega-M5s. ‘I leader del centrodestra – si legge – confermano che le intese intercorse in questa fase, non sono prodromiche alla formazione del governo e che non avranno nessuna influenza sul percorso istituzionale successivo per il quale l’indicazione spetterà al presidente della Repubblica. Confermano che in ogni caso vi è l’impegno di tutte le forze politiche del centrodestra a non ricercare accordi individuali per la formazione del governo’.
Nel corso della legislatura appena aperta, ha dichiarato la Casellati: “il tema delle riforme sarà centrale, vedrà le forze politiche chiamate a dare segnali precisi, investendo il tema dell’assetto delle istituzioni, a tutti i livelli”. Poi ha aggiunto: “l’epoca della globalizzazione offre opportunità e conoscenza, portando con sé, allo stesso tempo, il rischio di nuove marginalizzazioni, un rischio che non può essere ignorato né sottovalutato. A partire dall’economia reale. A partire dal lavoro. Sono troppi gli italiani che non hanno un’occupazione, soprattutto tra i giovani, in particolare nel mezzogiorno”.
Dopo la nomina il neo presidente della Camera, Roberto Fico, nel suo discorso ha ribadito che questa elezione “è un onore che omaggerò con imparzialità”. Quindi ha ricordato che “il futuro qui può prendere forma, e noi intendiamo costruirlo insieme perché abbiamo il compito di servire l’intera nazione. Il parlamento torni a ritrovare la sua centralità”. “Le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle commissioni e nell’Aula, non consentirò scorciatoie né forzature nel dibattito parlamentare”. Infine ha ribadito: “Il taglio ai costi della politica è uno dei principali obiettivi della legislatura: razionalizzare costi della Camera senza tagliare i costi della democrazia, qualcosa è stato fatto, tantissimo resta da fare”.
Il Pd, fuori dai giochi, ha votato Giachetti e Fedeli come ‘candidati di bandiera’. “Il Partito Democratico ha lavorato unito in aula attorno ai suoi candidati Giachetti e Fedeli in coerenza con quello che abbiamo detto subito dopo il 4 marzo. Saremo forza di minoranza e ci prepariamo per essere l’alternativa alla destra e ai cinque stelle nel Paese”. Questo quanto ha dichiarato il reggente del Pd Maurizio Martina al termine delle votazioni alla Camera.