Ospedale, ad un anno dalla morte di Carpenedo ancora stanze chiuse in psichiatria
Succedeva esattamente un anno fa: nel reparto di psichiatria dell’ospedale Alto Vicentino a Santorso moriva asfissiato il 63enne di Schio Eugenio Carpenedo. E mentre si attende di sapere come andrà a finire l’inchiesta, che vede tre sanitari indagati con l’ipotesi di omicidio colposo, nel reparto non è ancora tornata la normalità e le due stanze coinvolte sono ancora chiuse, con grave disagio per i pazienti.
Carpenedo, ospite della comunità Casa Azzurra della cooperativa sociale Nuovi Orizzonti di Santorso, morì soffocato dopo che la sua stanza si era riempita di fumo a causa di un principio d’incendio, provocato quasi sicuramente da una sigaretta rimasta accesa. Il rogo fu limitato al letto, ma provocò un intenso fumo. Ad un anno di distanza, ottenuto il dissequestro dell’area da parte dell’autorità giudiziaria, l’unico segno di lavori in corso è la predisposizione del cartongesso. E le due stanze che allora furono danneggiate dal fumo sono ancora chiuse.
Di fatto ben 4 posti letto su 14 sono indisponibili: quasi uno su tre del reparto. Questo sta provocando liste d’attesa anche di tre settimane per un ricovero, a fronte di patologie gravi che richiederebbero davvero tempi di accesso brevi. Alcuni pazienti che sono stati ricoverati nelle ultime settimane ci hanno segnalato, inoltre, che durante la loro degenza non hanno mai visto operai all’opera. La direzione dell’ospedale conferma che si sta procedendo con i lavori, ma di fatto da un anno il reparto sta funzionando a regime ridotto, con grave danno per gli utenti.