Russia. Incendio in centro commerciale Siberia: 64 morti, molti bimbi
Tragedia in Russia. E’ salito a 64 morti il bilancio delle vittime dell’incendio nel centro commerciale di Kemerovo, città industriale della Siberia occidentale. Lo ha riferito il Comitato d’inchiesta russo. Altre 43 persone sono rimaste ferite: 37 sono ancora ricoverate in ospedale. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero divampate in un cinema e hanno distrutto più di mille metri quadrati della struttura. Molte vittime sono bambini, rimasti imprigionati nel rogo scaturito, pare, dall’incauto utilizzo di un accendino proprio da parte di un bimbo. Circa 200 le persone fatte evacuare. Finora si contano almeno 27 dispersi.
Le fiamme, dopo diverse ore, sono state domate, hanno fatto sapere i vigili del fuoco. Sull’episodio, rivela la Tass, è stata aperta un’inchiesta penale. Intanto il Comitato Investigativo ha ordinato il fermo di quattro persone in merito all’incendio; tra cui anche il locatario del negozio da dove pare sia divampato il rogo. Gli inquirenti, stando ai media russi, starebbero anche cercando di interrogare il proprietario del centro commerciale, il miliardario Denis Shtenghelov, magnate dell’industria dolciaria russa, che stando alla testata Life risiede per la maggior parte del tempo in Australia.
I testimoni: nessun allarme. I media russi iniziano a raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti alla tragedia del centro commerciale di Kemerovo. Molti concordano che i sistemi antincendio non si sono attivati. Anna Zarechneva, che si trovava al mall con il marito e il figlio piccolo, ha raccontato su Instagram che “nei cinema hanno continuato a proiettare i film e non hanno riacceso le luci”. Lo riporta RT. Sui social circola la voce che alcune porte antincendio “erano chiuse” e che non “c’erano estintori” disponibili.
La Guardia Nazionale russa ha fatto sapere che aprirà un’indagine sul comportamento del personale di sicurezza impiegato nel centro commerciale. “Se verranno accertate condotte criminali, queste persone verranno perseguite a norma di legge”, ha detto Alexander Khinshtein, braccio destro del direttore dell’agenzia, a Interfax.