Zelensky al Parlamento Europeo: “È la nostra casa”. Scintille Meloni-Macron
L’Europa è la casa dell’Ucraina. Sono le prime parole pronunciate al Parlamento Ue dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Parole chiare, perché “l’Europa è libertà”. Per la prima volta “in carne e ossa”, Zelensky si è presentato davanti ai vertici europei non con la solita felpa verde che identifica il suo spirito militaresco; ma con una felpa blu – quasi – come l’Europa. Un tratto cromatico che non lascia indifferenti per quello che è stato un appuntamento importante per la storia del mondo moderno.
Gli applausi. Ad accogliere le prime parole del presidente ucraino sono stati gli applausi dei presenti. Prima ancora, Zelensky era giunto all’aeroporto di Bruxelles dove ad aspettarlo c’erano la mano tesa del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e quella della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Benvenuto a casa, benvenuto nell’Ue, nel cuore della famiglia europea, a cui appartiene l’Ucraina. Sosterremo ogni fase del cammino dell’Ucraina verso la nostra unione”, hanno detto i vertici del Vecchio continente.
La critica di Meloni a Macron. Passo indietro. Perché Zelensky, ieri, dopo aver incontrato il premier britannico Rishi Sunak a Londra era volato a Parigi da Macron, dove ad aspettarlo – oltre al presidente francese – c’era anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La visita del leader ucraino a Parigi non è piaciuta alla premier Giorgia Meloni, che ha criticato Macron per aver organizzato quello che ha definito “incontro inopportuno”. Macron ha risposto, chiaramente, rispedendo le accuse al mittente: “Penso che eravamo nel nostro ruolo” ha detto. Scintille a parte, le ultime ore del presidente ucraino sono state molto importanti sul fronte diplomatico per il prosieguo della guerra in Ucraina. O l’interruzione. Ma questo, al momento, è difficile dirlo.