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Contrasto al “Far West” delle slot machines fuori orario: multe fino a 87 mila euro agli esercenti
Controlli a tappeto in tutta la provincia vicentina per verificare la corretta applicazione delle norme che regolano l’utilizzo degli apparecchi elettronici per il gioco d’azzardo. Ben nove gli esercizi, tra bar e sale slot, trovati “in fallo” solo negli ultimi giorni a Santorso, Caltrano e Calvene nell’Altovicentino, a Romano d’Ezzellino nell’area del Bassanese, a Vicenza capoluogo e poco lontano da qui a Montecchio Maggiore e Sandrigo.
Titolari delle verifiche a campione sono stati i finanzieri delle Fiamme Gialle delle diverse tenenze territoriali, comminando sanzioni “a raffica” per un ammontare di 87 mila euro, a causa dell’accensione degli apparecchi al di fuori degli orari concessi, andando contro alla legge regionale che limita l’esposizione degli utenti al gioco d’azzardo. In alcuni casi anche di violazioni più stringenti disposte dai regolamenti comunali.
Sono emerse irregolarità assortite in 9 di questi esercizi pubblici, per un totale di 58 dispositivi ludici a denaro che presentavano uno o più irregolarità. La sanzione in termini pecuniari minima per ciascuna di queste macchine di videolottery o affini è fissata in 500 euro, quindi le multe andranno da un minimo di 29 mila euro a, come sopra accennato, a 87 mila in caso di recidiva. In un caso è emersa anche la presenza di un collaborarore in “nero”, con segnalazione all’Ispettorato del Lavoro di Vicenza e provincia.
In entrambi i casi riscontrati a Vicenza sono stati controllati bar gestiti da cinesi per un totale di 8 apparecchi accesi in fascia oraria protetta. Stessa nazionalità per il gestore di un locale con spazio sala giochi a Romano d’Ezzelino e 5 slot machines fuori norma, dove sono stati impiegati i finanzieri bassanesi. Qui è inoltre emerso l’impiego di un lavoratore intento a prestare la sua opera lavorativa in nero, senza la prescritta comunicazione obbligatoria di assunzione, con conseguente di ulteriore multa da 1.800 euro e sospensione della licenza di commercio, poi “sanata” in base al pagamento di altri 2.100 euro.
Due le attività irregolari anche a Montecchio Maggiore, dove i finanzieri di Arzignano hanno presentato “il conto” a un italiano gestore di un’osteria tipica e a una donna cinese che non si curava delle fasce orarie anche in questo caso. Da una parte 4 e dell’altra 7 i videogiochi trovati in funzione negli orari proibiti. Anche i militari di Schio hanno riscontrato, all’interno di un bar nel Comune di Santorso, la presenza di 6 apparecchi accesi e in funzione durante la fascia oraria di divieto. I colleghi della tenenza di Thiene hanno eseguito invece distinti controlli nei confronti di tre ditte individuali, tutte gestite da cittadini di origine cinese – a Caltrano, Calvene e Sandrigo – in più bar dove ben 28 slot da intrattenimento erano a disposizione del pubblico in fascia oraria non consentita.
“Attività di controllo e monitoraggio di esercizi commerciali dove si concentrano apparecchi e congegni da intrattenimento – così recita la nota da parte del comando provinciale – ovvero delle sale scommesse rappresenta una costante attività di servizio della Guardia di Finanza, che opera anche sulla base delle segnalazioni che pervengono da cittadini e avventori occasionali dei locali, il tutto con la finalità di contrastare eventuali offerte illecite o illegali di gioco, e per proteggere dalla ludopatia le fasce più deboli della popolazione“.