Anziano prof di filosofia malato e ricoverato al San Bortolo viene accudito dagli ex allievi
E’ una storia che sta commuovendo l’Italia intera quella emersa nei giorni scorsi e che ha in una stanza d’ospedale di Vicenza il proprio scenario. Una vicenda che trae origine prima di tutto da uno stato di sofferenza che sta vivendo un anziano docente in pensione, e in parte anche dalla solitudine, visto che l’uomo, rimasto solo, viene accudito in questi giorni d’inverno dai suoi ex studenti di un liceo di Torino in Piemonte, conosciuti e parti “cresciuti” tanti anni fa, quasi 40.
Da qui, però s’innalzano altri e alti valori umani, dall’amicizia alla solidarietà, racchiusi in un generale amore per il prossimo, il cui nome in questo caso da “Libro Cuore” è Umberto Gastaldi. Ha 82 anni oggi e vive da qualche tempo in Veneto, metà dei quali dedicati alla filosofia. Un insegnante del Liceo Gobetti – insegnò anche al “Ferraris” sempre sotto la Mole – capace a quanto pare di lasciare una traccia di sé in chi ha incontrato tra cattedra e banchi di scuola. Di lui, ora, si sta occupando anche il Ministero dell’Istruzione, visto che la vicenda è salita alla ribalta dei media nazionali fino a giungere sotto gli occhi dei politici. L’ultraottantenne era stato contagiato dal Covid, lo ha superato, ma si trova ancora sotto cura a Vicenza, fortemente debilitato.
Proprio i “suoi “ex ragazzi ora adulti stanno facendo la spola tra i loro luoghi di residenza e il Veneto, e precisamente il polo di cura San Bortolo, per far visita a quel professore di filosofia tanto caro nei ricordo di adolescenti. Per accudirlo e provvedere alla sue necessità. Più di qualcuno tra loro ha pernottato a Vicenza, in modo da stargli vicino. A innescare la solidarietà degli ex alunni di quattro decenni fa è stata l’iniziativa di una donna oggi di 61 anni venuta a conoscenza delle condizioni di salute precarie di lui, rimasta in contatto con il suo “maestro” nel tempo. Anche lei, infatti, è una docente di filosofia, e quindi con un legame ancor più significativo con Umberto Gastaldi, andato in pensione nel 2008 e poi trasferitosi in Veneto.
Il quale, evidentemente, con i suoi insegnamenti ha germinato un seme speciale nei cuori oltre che nelle menti dei suoi studenti, lasciandolo crescere negli anni a venire e dando vita a rapporti umani che hanno travalicato lo scorrere del tempo. Nonostante oggi quegli stessi liceali torinesi ai tempi dell’adolescenza vivano in diversi posti, alcuni all’estero (anche negli Usa oltre che in Europa), in tanti si sono attivati subito per non lasciarlo (più) solo. Da qui le videochiamate, il tam tam della ricerca di contatti grazie ai social tra ex compagni di liceo, fino ad arrivare a organizzare veri e propri turni di “compagnia”, per chi ha potuto in queste settimane, rendendo meno pesante il fardello sulle spalle dell’anziano amico. Che scriveva solo poco tempo fa: “Quando insegnavo, mi batteva forte il cuore”.
A evidenziare il valore di questa storia e dell’importanza della funzione della scuola è stato ieri anche il ministro Giuseppe Valditara, interpellato sulla vicenda che ha nell’ospedale di Vicenza la “culla” oltre che il letto d’ospedale dove il prof. Gastaldi viene quotidianamente assistito da medici e infermieri vicentini. E amici, vale a dire uomini e donne che oggi sono adulti e che allora aveva accompagnato nella gioventù. “Al ministero dell’Istruzione e del Merito ci attiveremo per capire in quale modo possiamo essere utili – ha commentato ieri il Ministro – e sarei davvero onorato di poter incontrare i suoi ex studenti e ringraziarli personalmente per questo straordinario esempio di solidarietà e amore per la scuola”.