Disastro aereo Guidonia, lutto al “Ferrarin” per i piloti del 60° Stormo a Thiene per il Centenario del Raid
Il 60° Stormo dell’Aeronautica Militare, di cui facevano parte i due piloti precipitati con i loro aerei ieri a Guidonia, era stato di casa a Thiene. In particolare nel mesi di settembre e ottobre del 2019 in occasione del grande evento organizzato (con il Comune e le scuole superiori thienesi) all’Aeroporto “Ferrarin” di Rozzampia che anticipava le celebrazioni per il Centenario del Raid Roma-Tokyo. Anche noi, della redazione di Eco Vicentino, tre anni e mezzo fa eravamo stati ospiti di uno dei velivoli per un “giro” in cielo sopra l’Altovicentino.
All’indomani del disastro in volo che ha portato alla morte dei piloti esperti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, il cordoglio è dunque sentito anche a Thiene dove, sia all’aeroporto dedicato all’aviatore vicentino sia nella sede del Comune, a pervadere gli animi domina un senso di tristezza di fronte alle immagini in tv e ai titoli della stampa sulla tragedia di Guidonia.
I ragazzi del 60° Stormo avevano pernottato in Altovicentino nel 2019 e in altre occasioni, pilotando gli aerei Siai Marchetti 208 con la livrea celebrativa che riportava sulla carena il volto di Arturo Ferrarin e il logo del Centenario. Le due vittime piante ieri non avevano fatto parte del contingente inviato in Veneto per il Corso di Cultura Aeronautica e la festa finale – non è noto invece negli appuntamenti successivi -, mentre di sicuro gli aerei sì. Sarebbero gli stessi storici apparecchi andati ieri in collisione in cielo ieri poco prima di mezzogiorno in Lazio, durante un’esercitazione, con le terribili conseguenze conosciute.
Uno dei due ultraleggeri è precipitato in aperta campagna in zona di Collefiorito, l’altro nel centro abitato di Guidonia, pare solo per abilità e un gesto di estremo coraggio del pilota veneto finendo in strada in via Margherita evitando i palazzi intorno operando la cosiddetta manovra a “coltello” per non schiantarsi sugli edifici. Per entrambi, nessuna speranza di salvezza. In questi casi a indagare è la Procura Militare, aprendo un fascicolo – come atto dovuto – per disastro aereo colposo. Un guasto a uno dei velivoli, un errore umano oppure ancora un malore le possibili cause del drammatico incidente in aria.
Giuseppe Cipriano, 47 anni, era pugliese originario di Taranto. Tenente Colonnello come grado e lascia la moglie e una figlia di 17 anni. Marco Meneghello, veronese di Legnago per nascita, era fidanzato con una collega dell’Aeronautica. Era Maggiore e aveva 45 anni. Entrambi, in virtù della loro passione per il volo e per la scelta personale di diventare piloti professionisti, avevano girato l’Italia e il mondo con già una carriera importante alle spalle: 6 mila ore di volo per il primo, 2.600 per il veronese che era al comando del Siai U-208 precipitato nel cuore di Guidonia operando la cosiddetta manovra “a coltello”, evitando che le ali andassero a collidere con gli edifici e provocare altre vittime. Lo schianto è avvenuto sull’asfalto e contro un’auto in sosta in strada. Un gesto eroico, che in molti tra gli esperti già attribuiscono all’uomo deceduto pare dopo l’impatto al suolo, la cui cabina ha preso fuoco non lasciandogli scampo.
Subito dopo a Thiene, il sindaco Giampi Michelusi, si è fatto portatore del sentimento di cordoglio profondo da parte di chi come lui – ai tempi assessore proprio all’Aeroporto con delega per il Centenario Roma-Tokyo – ha intessuto legami di amicizia con i piloti di base a Guidonia.
Di seguito, alcune immagini dell’Ansa sugli effetti dell’incidente e con le vittime ritratte uno a fianco dell’altro in occasione di un evento recente.