Parco della pace, acqua e memoria fulcro del progetto preliminare
“Il Parco della pace sarà il segno che la nostra generazione lascerà a Vicenza. Qui si sta facendo la città che verrà. Una città che non avrà nuovo costruito, perché saprà recuperare quanto già c’è. Una città che crescerà in termini di spazi pubblici e che avrà due staffe: il centro storico gioiello del Rinascimento e la nuova centralità data dal Parco della pace, in un confronto alto tra storia e contemporaneità”. Le parole le ha pronunciati ieri il sindaco di Vicenza Achille Variati, durante la consegna del progetto preliminare del Parco della pace da parte del gruppo di professionisti guidati da Pan Associati di Milano all’amministrazione comunale, occasione propizia per ribadire la portata storica dell’operazione civica che si sta portando avanti nell’enorme area verde dell’ex aeroporto Dal Molin, a fianco della nuova base americana.
“Oggi siamo giunti a una tappa fondamentale – ha aggiunto l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza – del percorso avviato nel luglio del 2011 come risposta costruttiva della città ad anni di difficili battaglie. Con questo progetto, di cui possiamo apprezzare la bellezza e la semplicità grazie alle capacità progettuali di professionisti di altissimo livello e noto in tutta Europa, questo luogo ritorna ai cittadini. Il parco così concepito saprà essere memoria dell’ambiente rurale che lo circonda, dell’acqua che lo caratterizza, degli spazi aperti che esistevano prima e che continueranno ad esserci, dell’aeroporto con il museo dell’aria, ma anche della città con cui dialoga. E, insieme alla grande area verde della colonia Bedin Aldighieri e all’asse verde a sud, completerà l’importante ragionamento che abbiamo condotto in questi anni sul sistema del verde pubblico, augurandoci che possa trovare accoglimento anche nel ‘bando periferie’ e ci consenta così di aumentare le risorse a disposizione anche di questa straordinaria zona”.
Com’è noto, il Parco della pace si svilupperà su 650 mila metri quadrati che si estendono per un chilometro e ottocento metri da nord a sud e per mezzo chilometro da est a ovest: “Una dimensione impressionante” a detta gli stessi progettisti, rappresentati oggi a palazzo Trissino dagli architetti Benedetto Selleri e Claudio Bertorelli e dall’ingegner Giustino Moro; una dimensione che ne fa una delle rarissime progettazioni contemporanee di questo tenore non solo in Italia, ma in tutta Europa.
Il tema dell’acqua. Il paesaggio sarà molto ricco e vario, ma non saranno interrotti i coni visuali, in particolare quello da nord a sud. L’intera superficie sarà caratterizzata dal tema dell’acqua, che affiora pulita e trasparente, e che permetterà, grazie a un diffuso ma non invasivo intervento sulla morfologia dell’attuale superficie, di sviluppare numerosi ecosistemi, ricchissimi di biodiversità. Il parco conterrà infatti 70 mila metri quadrati di zone umide e 7,9 chilometri di canali; ci saranno 5,1 chilometri di percorsi ciclopedonali e 239 mila metri quadrati di prato destinato alle attività di gioco e alle pratiche sportive, con l’allestimento di campi da calcio, da basket e da pallavolo. Ci saranno inoltre punti di osservazione, un bosco di pianura, un bosco acquatico e anche un luogo in cui la natura sarà lasciata crescere “selvaggia”. Un giardino centrale di 12.200 metri quadrati sarà il centro attrattivo e di orientamento del parco, mentre un vivaio funzionale ai reimpianti avrà anche natura didattica. 6.340 nuovi alberi saranno piantati per dare il via a un processo di evoluzione della vegetazione che anno dopo anno si diffonderà, secondo una concezione unica in Italia, in modo del tutto naturale. Il tema della manutenzione del verde, infatti, è stata oggetto di uno specifico focus progettuale con l’obiettivo di renderla più contenuta possibile: nel budget complessivo dell’opera è stata prevista una spesa di 150 mila euro l’anno per i primi due anni.
Il recupero della storia del luogo. Accanto all’acqua, il secondo elemento fondamentale del parco sarà il rapporto con la storia del luogo. Sono stati infatti previsti il recupero e la rifunzionalizzazione dell’hangar alianti come porta d’ingresso del parco e la messa in sicurezza e predisposizione dell’edificio che ospiterà il Museo dell’aria. E’ stata inoltre mantenuta la vecchia pista aeroportuale per ospitare grandi eventi e altre attività.
Quanto agli accessi, considerati i fondi statali che per i lavori ammontano a 6 milioni e 800 mila euro, per ora è stato previsto solo quello ad est, da viale Sant’Antonino, con 220 posti auto esterni e la scelta di attivare i parcheggi scambiatori in occasione di grandi eventi. L’obiettivo, però, è che grazie ad altri finanziamenti, ad esempio provenienti da bando periferie, si possa aprire almeno un altro ingresso a sud ovest, verso viale Ferrarin.
I prossimi passi. L’amministrazione avrà tempo fino al 30 novembre per esaminare la proposta ed approvarla con osservazioni. Variati ha già annunciato che sarà approfondita con particolare attenzione la questione relativa allo scorrimento dell’acqua, con riferimento al tema della rottura dei drenaggi durante la realizzazione della base americana, per il cui ripristino sono stati stimati e richiesti allo Stato circa 300 mila euro di danni, oltre ad almeno un milione di euro necessario alla realizzazione delle nuove fognature di Cresolella e viale Sant’Antonino. Un altro argomento oggetto di approfondimento sarà la verifica della predisposizione di tutto quanto servirà all’organizzazione delle iniziative sportive, culturali e di svago che, a fronte della volontà di mantenere gratuito l’ingresso al parco, lo renderanno economicamente sostenibile.
Dai prossimi giorni anche le associazioni che fanno parte del tavolo della partecipazione e i singoli cittadini potranno prendere visione del progetto preliminare sul sito del Comune di Vicenza, al Forum Center di piazza dei Signori e in specifici incontri. Recepite le osservazioni dell’amministrazione, i progettisti produrranno il progetto definitivo e infine il progetto esecutivo sul quale sarà costruita la gara europea, con l’obiettivo di dare il via ai lavori alla fine del 2017. Il tempo di realizzazione del parco è stato stimato in un anno e mezzo, ma l’amministrazione conta di poter procedere per stralci, in modo da non dover attendere il completamento complessivo dell’opera per poterla restituire alla città.