Alta tensione tra Washington e Mosca per il drone Usa danneggiato. Assad a Mosca plaude all’invasione
Sale la temperatura tra Washington e Mosca, dopo che ieri un jet russo ha danneggiato un drone statunitense sul Mar Nero. Oltre dieci jet militari russi della flotta del Mar Baltico, hanno condotto oggi un’esercitazione nel cielo sopra Kaliningrad per simulare l’intercettazione e la distruzione di obiettivi nemici convenzionali. Una notizia che arriva dopo che aerei da caccia della Royal Air Force britannica e dell’aeronautica tedesca hanno intercettato un aereo militare russo sullo spazio aereo dell’Estonia, secondo la Bbc.
Austin: “episodio pericoloso”. Il capo del Pentagono in apertura della decima riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina ha dichiarato: “voglio essere chiaro, gli Stati Uniti continueranno a volare e ad operare ovunque il diritto internazionale lo consenta. E spetta alla Russia utilizzare i suoi aerei militari in modo sicuro e professionale”. E mentre le autorità russe affermano che cercheranno di recuperare i frammenti del drone di sorveglianza statunitense precipitato nel Mar Nero per cercare di carpire informazioni di intelligence, l’esercito ucraino ha abbattuto un bombardiere supersonico di prima linea Su-24 sovietico in direzione di Bakhmut. Il capo dell’ufficio del presidente ucraino Andriy Yermak ha pubblicato un video dell’abbattimento dell’aereo.
Intanto l’incidente avvenuto nel Mar Nero tra un drone americano e un jet russo è “una questione bilaterale” fra due Paesi, ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea interrogato sulla vicenda. “Evidenziamo che tutto ciò non sarebbe successo se Mosca non avesse invaso l’Ucraina e che non si tratta del primo incidente che coinvolge le forze armate russe”, ha aggiunto.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nel suo intervento a Strasburgo ha ribadito: “dalla Russia nessuna volontà di arrivare alla pace. Non vediamo alcun segnale dal Cremlino nella direzione giusta”.
Oggi visita di Assad a Mosca. Nel giorno in cui cade il 12/mo anniversario dell’inizio delle violenze armate in Siria, il presidente siriano Bashar al Assad, incontra il collega russo, Vladimir Putin. L’alleanza tra i due regimi è storica e risale ai tempi dell’Unione Sovietica. Nel 2015 Mosca è intervenuta militarmente con l’obiettivo ‘ufficiale’ di sostenere l’allora barcollante sistema di potere di Damasco, da decenni incarnato proprio nella famiglia Assad e di combattere il terrorismo, rappresentato dall’insurrezione dello Stato Islamico. Non a caso il raìs ha espresso il suo sostegno all’operazione militare con cui le truppe russe hanno invaso l’Ucraina. Secondo gli analisti durante la visita di Assad si potrebbe discutere anche di un possibile disgelo, mediato proprio dalla Russia, tra il governo centrale siriano e quello turco dopo un decennio di aperta ostilità.