Bankitalia: ancora alto il divario di ricchezza fra uomini e donne
La differenza tra uomini e donne cala ma è ancora consistente in ambito economico. A dirlo uno studio di Giovanni D’Alessio, del servizio studi Banca d’Italia (ma la ricerca non riflette necessariamente l’opinione dell’istituto), che parla appunto di divario di ricchezza fra i due sessi in Italia. Nello studio cui gli uomini sono detentori di una ricchezza media netta maggiore di circa il 25% rispetto a quella delle donne. Un gap, sottolinea l’autore, più che doppio rispetto al 12% registrato in Francia nel 2010. Nel dettaglio, la distanza nella ricchezza è molto più ampia per le attività finanziarie (35%) rispetto a quelle immobiliari (15%), mentre si allarga fra i componenti di una coppia (partner/sposi) e il gap arriva al 50% nella ricchezza netta e al 43% per il real estate. Il divario è ridotto in età giovanile e cresce dopo i 40 anni. A pesare sono anche i trasferimenti ereditari, spesso maggiormente favorevoli agli uomini.
L’autore osserva che questa differenza nella distribuzione della ricchezza, soprattutto all’interno delle famiglie, “non è necessariamente senza conseguenze”. Il gap di genere, si legge nello studio, “può assumere importanza in termini di potere quando bisogna decidere su consumi e risparmi e può determinare altri comportamenti individuali all’interno del nucleo familiare”.
La ricerca non manca di sottolineare come il divario possa essere attribuito a “differenze strutturali tra i generi in termini di età, titolo di studio, lavoro e reddito“. E dunque, conclude lo studio, “quando si guarda alle politiche, ciò implica che la riduzione dei gap occupazionali, reddituali ed educativi dovrebbe condurre a una riduzione, se non a un’eliminazione, delle differenze nella distribuzione della ricchezza”.