Stabile il 25enne ferito nella valanga di Lyngen, prossimi al rientro gli “illesi” del gruppo di vicentini
Sono attesi nelle prossime ore i rientri in Italia, dalla Norvegia, dei componenti del gruppo di scialpinisti vicentini coinvolti – ma usciti illesi – nella disgrazia del monte Kavringtinden, dove venerdì scorso una valanga ha spazzato via una porzione di bosco travolgendo con neve e detriti alcuni di loro. Un distacco di un muro di neve e ghiaccio sulla costa Nord-Ovest della Scandinavia, nel distretto di Lyngen, che ha provocato una vittima tra gli italiani in vacanza, che avrebbero dovuto far rientro in Veneto il giorno dopo.
Si tratta del 35enne Matteo Cazzola di Vicenza, ingegnere energetico di professione con la passione genuina per la montagna, per un bilancio che conta due feriti: il 25enne di Isola Pietro De Bernardini, ad oggi tenuto sotto stretta osservazione in coma farmacologico all’ospedale di Tromso, e la guida alpina professionista Andrea Basso, anche lui vicentino e residente in città. Quest’ultimo ha riportato contusioni più superficiali, mentre per il primo si confida a breve di poter favorire il risveglio dopo la sedazione indotta e appurare le sue condizioni di salute e i tempi di recupero. Tutti loro erano stati soccorsi in motoslitta dalle autorità sanitarie del posto, viste le condizioni dei luoghi teatro dell’evento naturale, dove aveva nevicato in maniera massiccia nelle ore precedenti.
Si tratta di tre dei cinque componenti del gruppo di vicentini in vacanza sulle nevi norvegesi che venerdì mattina erano partiti per un’escursione sugli sci sotto il Kavringtinden, cima di 1.300 metri che dà direttamente sulla costa e sul mare, come da morfologia di quell’area contraddistinta da paesaggi mozzafiato. Gli altri due presenti al momento del dramma, Rubens Munaretto (vicentino che vive in Svizzera) e Giulia Punturieri (valdagnese di nascita), sono riusciti a schivare il nucleo più impetuoso della valanga, con ogni probabilità, salvandosi la vita grazie ai dispositivi di protezione che indossavano, per poi lanciare subito il segnale di sos e soccorrere i compagni di escursione.
In tre invece, Stefano Rappo, Christian Reato e il più “anziano” del gruppo Roberto Ceretta, tutti e tre di Vicenza, non sono stati coinvolti in quanto avevano preferito rimanere nella baita dove alloggiavano, per il meteo non ideale o perché esausti per le fatiche sui monti dei giorni precedenti, in vista del viaggio di rientro in Italia. Sulla disgrazia, con riferimento alla morte di Matteo Cazzola, è stato aperto un fascicolo in Procura, in attesa delle informative da parte della polizia norvegese che sta raccogliendo tutti gli elementi utili per far luce su eventuali responsabilità. E del nulla osta per poter riportare in Veneto la salma del giovane. I suoi familiari, dopo la terribile notizia giunta nella loro casa di zona Sant’Andrea in città, sono partiti nel fine settimana per approdare in Norvegia, supportati nelle pratiche per il rimpatrio della salma del figlio dall’ambasciata italiana. Anche la madre del ragazzo ferito, Pietro, ieri ha preso un volo per Oslo per assisterlo.
Per la guida alpina Andrea Basso, infine, le ferite riportate soprattutto ad un arto inferiore non dovrebbero precludergli la possibilità di far rientro nei prossimi giorni. Pochi minuti prima della tragedia proprio lui aveva postato un’immagine del gruppo in uscita sulla neve tra i boschi, mentre tutti i componenti del viaggio nei giorni precedenti avevo mostrato foto e video di posti incantevoli, immersi nel bianco e nella natura.