Dj Fabo: il governo si costituisce davanti alla Corte costituzionale
Nonostante gli appelli e le raccolte firme il governo ha deciso di costituirsi davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sollevato dalla Corte di assise di Milano nell’ambito del processo a Marco Cappato per la morte di Dj Fabo. A comunicarlo la vicepresidente dell’associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo. Al termine del processo, lo scorso febbraio, i giudici avevano trasmesso gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio, contestato a Cappato, l’esponente radicale che aveva accompagnato Fabiano Antoniani a morire in Svizzera in una clinica privata e per questo finito sotto accusa.
Nello specifico, per i giudici milanesi l’esponente non ha rafforzato il proposito suicidiario e la parte della norma che punisce l’agevolazione al suicidio senza influenza sulla volontà dell’altra persona è costituzionalmente illegittima. Due i profili di incostituzionalità per i giudici: l’equiparazione tra aiuto e istigazione al suicidio (articolo 580 del codice penale) e la conseguente sproporzione della condanna per l’aiuto al suicidio (dai 6 ai 12 anni, come per l’istigazione).
Il governo aveva tempo fino a oggi per decidere di costituire l’avvocatura dello Stato nel procedimento. L’associazione Luca Coscioni, nei giorni scorsi aveva lanciato un appello sottoscritto da 15mila persone per chiedere al governo di non intervenire a difesa della legge sull’istigazione e aiuto al suicidio, prevista dal nostro codice penale e risalente agli Anni 30.
Le parole di Filomena Gallo. “La scelta del governo è, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica, visto che l’esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l’appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15.000 cittadini, che chiedevano al governo italiano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato, e dunque di non dare mandato all’avvocatura di Stato di costituirsi in tale procedimento”, queste le parole dell’avvocato Filomena Gallo, coordinatore del collegio di difesa di Marco Cappato e segretario Associazione Luca Coscioni.
“Prendo anche atto della richiesta di costituzione in giudizio di una serie di organizzazioni e gruppi che sempre si sono distinti per aver avversato in ogni modo il riconoscimento del diritto alla libertà e responsabilità individuale fino alla fine della vita”, prosegue il legale.
“Il nostro obiettivo non cambia – conclude Gallo – vogliamo far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di libertà e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla Convezione europea dei diritti umani, nella convinzione che Fabiano Antoniani avesse diritto a ottenere in Italia il tipo di assistenza che, a proprio rischio e pericolo, ha dovuto andare a cercare all’estero con l’aiuto di Marco Cappato”.