Compra una bici rubata e finisce in carcere. Dovrà scontare 3 mesi per ricettazione
Prime fra tutte le forze dell’ordine non si stancheranno mai di farlo presente ai cittadini: massima attenzione va prestata quando si acquistano oggetti di un certo valore da privati o sconosciuti, credendo di fare un “affarone”. Se la provenienza di ciò che si va a comprare risulta dubbia, è meglio declinare l’offerta e avvertire chi di dovere, onde evitare guai.
Lo sa bene un thienese di 52 anni che, sabato scorso, si è visto suonare il campanello di casa di prima mattina, trovandosi sull’uscio i Carabinieri della compagnia locale, chiamati a rendere esecutivo un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Vicenza. Lui, in prima persona, non aveva rubato nulla stando a quanto reso noto dalle indagini: aveva però dato del denaro a un faccendiere in cambio di una bicicletta risultata poi rubata.
Per R.C., che vive a Thiene, è scattato quindi l’arresto dopo che il militari della caserma di via Lavarone hanno ritracciato l’uomo per notificargli l’ordine di carcerazione. Gli stessi lo hanno poi condotto a Vicenza, nella casa circondariale “Del Papa”, per affidarlo alla polizia penitenziaria. Dovrà scontare tre mesi di cella, quindi, in merito a un furto di una bicicletta risalente al 2015, per il quale era stato accusato di ricettazione e quindi condannato.
Lo scorso week end erano stati allora proprio i militari thienesi, impegnati in un servizio di prevenzione e di controllo durante le festività pasquali, a rintracciare e identificare l’uomo, accertando che lo stesso era gravato dall’ordine restrittivo, per poi ricevere l’ordine della pressa in consegna verso il carcere berico.
Al di là delle riflessioni sugli effetti del reato a lui contestato e su considerazioni soggettive che ne possono conseguire, il fatto di cronaca viene diffuso al pubblico anche al fine di rendere edotta la popolazione, a fini di deterrenza, che non basta la sola buona fede negli acquisti per evitare rischi a livello personale. E’ sempre necessario accertarsi della provenienza, infatti, anche negli affari tra privati, al fine sociale di alimentare il commercio di merci trattate in attività illecite.