Sudan, evacuata l’ambasciata Usa. Pronto il piano per il rimpatrio degli italiani
In Sudan l’esercito ha acconsentito a garantire e aiutare l’evacuazione dei cittadini di Paesi esteri e delle loro missioni diplomatiche. I vertici delle forze armate scrivono infatti su Twitter: “il comandante in capo, il generale Abdel Fattah Al-Burhan, ha ricevuto telefonate dai leader di diversi Paesi che chiedevano di facilitare l’evacuazione e ha acconsentito a fornire l’assistenza necessaria”.
Diversi Paesi stranieri, non solo l’Italia, stanno preparando l’ evacuazione di migliaia di loro concittadini, anche se il principale aeroporto del Sudan rimane chiuso. L’Rsf ha promesso “piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi”. Il gruppo in precedenza si era detto pronto ad aprire “parzialmente” “tutti gli aeroporti” in Sudan per evacuare i cittadini stranieri.
Gli Stati Uniti, intanto, hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata. Anche le famiglie del personale diplomatico sono state evacuate e l’ambasciata è stata chiusa, almeno temporaneamente. Sono pronti a Gibuti gli aerei destinati a ricondurre in Italia i connazionali rimasti bloccati nel Paese che, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sono circa 140.
Mentre i combattimenti tra l’esercito e un gruppo paramilitare entrano nella seconda settimana, in quasi tutto il Paese internet ha smesso di funzionare. “I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività internet in Sudan, con la connettività nazionale scesa solo al 2% dei livelli ordinari”, ha twittato NetBlocks, un’organizzazione con sede a Londra che monitora l’accesso a internet in tutto il mondo.