Facebook: 87 milioni gli utenti coinvolti nel datagate, anche italiani
Si allarga lo scandalo datagate che sta travolgendo Facebook. Sono 87 milioni, e non 50 come annunciato in precedenza, gli utenti del popolare social, i cui dati sono stati utilizzati senza consenso dalla società Cambridge Analytica a fini elettorali: e ben 214.134 sono italiani. Lo ha ammesso Mike Schroepfer, chief technology officer di Fb, nell’annunciare una serie di restrizioni del social media per proteggere meglio i dati personali dei propri utenti.
L’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, testimonierà l’11 aprile davanti alla commissione per il commercio e l’energia della Camera Usa. Poi lo aspetta la stessa commissione del Senato. Zuckerberg ha ribadito che il suo è stato “un errore enorme”, riconoscendo di non aver avuto una visione sufficientemente larga della responsabilità che il suo social ha nel mondo.
Il numero uno di Facebook quindi annuncia nuove contromisure. Ad esempio sono stati bloccati per la prima volta i troll russi e dal 2016, fanno sapere dalla compagnia, si sta lavorando senza sosta per evitare che tornate elettorali importanti in tutto il mondo vengano condizionate.
Tuttavia il ritardo con cui si è giunti ai ripari, anziché investire in prevenzione ha attirato nei confronti di Zuckerberg non poche critiche. I parlamentari Greg Walden e Frank Pallone, rispettivamente presidente e membro della commissione, hanno affermato in una dichiarazione che l’udienza “sarà un’occasione importante per far luce sulle critiche questioni sulla privacy dei dati dei consumatori e aiutare tutti gli americani a capire meglio cosa succede alle loro informazioni personali online”.
In questa vicenda tanti i punti che destano scalpore, in primis che Alexander Nix, fino a poco fa a capo capo di Cambridge Analytica, abbia potuto agire incontrastato, collaborando con Brad Parscale, numero due per il digitale di Donald Trump. Altrettanto stupefacente è che Parscale non sia stato toccato dallo scandalo, ma anzi sia stato addirittura promosso, e che nessuno abbia chiamato in causa lo stesso presidente americano Donald Trump.