L’eredità di due mandati di Variati: ridotto il debito e aumentato il patrimonio
“In dieci anni di amministrazione abbiamo ridotto il debito e aumentato il patrimonio, raggiungendo questi obiettivi senza aumentare le tasse e continuando a investire sul territorio”. Parola di Achille Variati, giunto al capolinea della sua esperienza amministrativa alla guida di Vicenza.
“Dopo 10 anni di amministrazione – sottolinea il primo cittadino – lascio un Comune con un indebitamento in netto calo, un patrimonio più ricco, investimenti importanti che hanno dato fiato alle imprese del territorio anche in anni molto duri, tasse comunali ridotte al minimo, tariffe invariate. Non si tratta di opinioni. Qui sono i numeri a testimoniare che in questo decennio gli amministratori e il personale comunale e delle aziende partecipate hanno fatto davvero un grande lavoro, amministrando con grande equilibrio i soldi dei cittadini”.
La predisposizione della Relazione di fine mandato del Comune di Vicenza 2013 – 2018, un documento obbligatorio introdotto alcuni fa anni a norma di legge per monitorare i valori del debito pubblico, del patrimonio e della situazione finanziaria complessiva delle amministrazioni, è l’occasione per Variati, affiancato dall’assessore alle risorse economiche Michela Cavalieri, di analizzare il suo decennio di governo della città. Entrando nel merito degli indicatori richiesti nella Relazione tecnica, il sindaco sottolinea come durante i suoi due mandati il Comune di Vicenza sia risultato sempre virtuoso ai fini del patto di stabilità e degli equilibri di bilancio, chiudendo ogni esercizio con un avanzo di amministrazione di buona gestione, senza richieste di anticipazione di cassa e senza utilizzo di strumenti di finanza derivata.
Decisamente positiva risulta la situazione dell’indebitamento del Comune, che passa da 73,22 milioni di euro nel 2007 a 50,94 milioni di euro nel 2017 (-30,4%). Anche il tasso medio di interesse nel decennio è calato, passando dal 5% circa al 2,6% circa. Il sindaco sottolinea anche la valorizzazione del patrimonio netto contabile, cioè la ricchezza che emerge dalla somma dei valori degli immobili, dei crediti e della cassa, meno i debiti, passata da 588 milioni di euro nel 2007 a 635 milioni di euro nel 2017.
In anni particolarmente pesanti per la crisi economica, il Comune ha fatto inoltre la sua parte nel tenere viva l’economia del territorio con investimenti per una media di 28,2 milioni all’anno e tempi medi di pagamento dei fornitori in costante calo (passano dai 68 giorni del 2013 ai 38 giorni del 2017). “Se si pensa che i mutui, per i noti vincoli, sono stati in media pari a 5,8 milioni all’anno – ha precisato Variati – e che la congiuntura negativa non ci ha aiutato sul fronte delle alienazioni, appare evidente il nostro sforzo nel reperimento di altri fondi prontamente e proficuamente investiti, dall’operazione Global Service del 2009, ai contributi della Fondazione Cariverona, fino al Bando periferie e ai fondi comunitari”.
Positivi anche i dati relativi al contenimento della spesa corrente, tra le più basse in Italia: benché in gran parte obbligatoria, grazie a una certosina attività di efficientamento essa è stata ridotta dai 79 milioni di euro del 2008 ai 72 milioni di euro del 2017. Significativi risultano inoltre gli effetti della politica fiscale attuata in dieci anni dall’amministrazione Variati. “I nostri livelli di tassazione – ha ricordato l’assessore Michela Cavalieri, ricordando anche il lavoro del proprio predecessore alla guida dell’assessorato al bilancio Umberto Lago – risultano tra i più bassi del Veneto e d’Italia, malgrado anni nei quali la leva fiscale sarebbe stata la strada più semplice per far fronte. al pesante taglio dei trasferimenti statali”. Con l’obiettivo di minimizzare l’impatto fiscale su famiglie e imprese, per quanto riguarda l’Imu non sono mai state aumentate le aliquote, non è mai stata introdotta l’addizionale comunale sui capannoni, sono state previste significative riduzioni per le case affittate con contratto agevolato. La Tasi, abolita sulla prima casa nel 2016, a Vicenza risulta inferiore allo standard di legge ed è stata azzerata su negozi, botteghe e laboratori artigiani. L’esenzione dell’Irpef per i redditi inferiori a 15 mila euro ha alleggerito le imposte di 16 mila contribuenti. La Tari (tassa sui rifiuti) si è assestata sui 204 euro all’anno rispetto a una media nazionale pari a 296 euro. Sul fronte dei rifiuti, peraltro, l’impegno congiunto di Comune, Aim ambiente e cittadini, ha portato la raccolta differenziata dal 48,6% del 2008 al 72,4% del 2017, collocando Vicenza al 4° posto tra le città con più di 100 mila abitanti. Anche le tariffe per i servizi educativi e scolatici (mensa scolastica, rette asili nido e rette scuole dell’infanzia) non hanno subito in questi anni incrementi per la scelta dell’amministrazione di non pesare sulle famiglie.
“Infine – ha concluso l’assessore Cavalieri – la situazione economica delle aziende partecipate risulta in netto miglioramento nei dieci anni dei due mandati Variati, grazie ad un’oculata operazione di ristrutturazione che ha portato alla dismissione delle aziende non strategiche o in perdita e alla valorizzare delle partecipazioni strategiche”. Le aziende più problematiche, ereditate con pesanti perdite di esercizio, sono state vendute (College Valmarana Morosini al Cuoa), oppure sono state messe in liquidazione e risultano attualmente in concordato (Cis), dichiarata fallita (Magazzini Generali) e cancellata (Aeroporti Vicentini).
Sul fronte delle aziende strategiche, invece, il consistente lavoro di risanamento operato sul Gruppo Aim, ereditato nel 2007 con una perdita di esercizio di 5 milioni di euro e un patrimonio netto di 79 milioni di euro, riconsegna l’azienda alla città con un utile netto pari a 9 milioni di euro (consuntivo 2016), un patrimonio netto di 179 milioni di euro e investimenti, compresi quelli per il Comune, che nel periodo 2008 – 2016 ammontano a 209 milioni di euro. Significativo anche il trend positivo registrato da Acque Vicentine (oggi aggregata con Avs in ViAcqua), il cui utile netto passa da 600 mila euro nel 2007 a 3,8 milioni di euro (consuntivo 2016) e i cui investimenti tra il 2008 e il 2016 raggiungono quota 116 milioni di euro. Riguardo a Fiera di Vicenza, ereditata con una perdita di esercizio pari a 1,5 milioni di euro, essa ha raggiunto un utile netto di esercizio di 1 milione di euro (consuntivo 2015) prima dell’aggregazione con Fiera di Rimini in Ieg, operazione che ha portato una plusvalenza di 10 milioni di euro. Infine, Vicenza Lgistic City Center, la cui perdita di esercizio era nel 2007 di 98 mila euro, è stata portata in pareggio.
Relazione di fine mandato 2013-2018 nel sito del Comune di Vicenza.