Ucraina, diga di Kakhovka distrutta. Zelensky: “Chiazza di petrolio verso il Mar Nero”
Era prevedibile ed è successo. La diga di Kakhovka, che russi e ucraini si sono accusati per mesi di voler abbattere, è saltata in aria e l’acqua contenuta in un bacino lungo 240 chilometri che separa le forze dei due schieramenti ha cominciato a riversarsi a valle inondando decine di villaggi. Secondo il Guardian, che cita funzionari ucraini, circa 42mila persone sono a rischio.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rende noto che, a causa dell’esplosione della diga, “si è formata una chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. “Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare” ha specificato il leader di Kiev aggiungendo che “l’evacuazione delle persone dall’area allagata è in corso” e che “quasi ottanta insediamenti sono a rischio”.
In tutta la regione di Kherson è stato dichiarato lo stato di emergenza. Secondo i servizi di emergenza russi, circa 2.700 abitazioni sono state allagate dopo l’esplosione e 1.300 persone sono state evacuate. Lo riporta la Tass.
E mentre continua il rimpallo di accuse con Kiev che incolpa Mosca di aver “deliberatamente fatto saltare la diga e la Russia che parla di “atto terroristico ucraino per fermare le nostre truppe”, il danneggiamento della diga rischia di provocare danni ambientali ingenti, a mettere a repentaglio le città circostanti, i raccolti delle campagne e l’incolumità delle persone. I due paesi in guerra non hanno ancora denunciato morti, ma per la Casa Bianca – come ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby – “potrebbero esserci molti morti”.
Intanto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitrij Medvedev, torna ad attaccare Zelensky: “Sarà appeso come il Duce in piazzale Loreto – dice l’ex leader del Cremlino – dobbiamo fermare il nemico e poi lanciare un’offensiva. L’obiettivo oggi non è solo liberare le nostre terre e proteggere la nostra gente. L’obiettivo è il completo rovesciamento del regime nazista di Kiev”.