‘Il ritorno del bosco’, Giancarlo Ferron racconta una vita tra lupi e cervi: ‘Manca l’informazione’
“Fin dai tempi più antichi l’uomo ha sempre dovuto convivere con gli animali, e soprattutto in montagna questo rapporto si è conservato più a lungo. Oggi non è più così, si è perso quell’antico legame che ci univa agli animali e forse proprio per questo non riusciamo più a capire l’ambiente che ci circonda”. E’ questo è il pensiero di Giancarlo Ferron, ex guardiacaccia e ora naturalista, fotografo e scrittore. Ospite a ‘Parlami di Te’ su Radio Eco Vicentino, presenta il suo nuovo libro ‘Il ritorno del bosco. Camminando con cervi e lupi’.
Dopo una vita passata a contatto con l’ambiente montano e con un linguaggio che punta più alla sostanza che alla retorica ,Giancarlo Ferron ha deciso di scrivere questo nuovo volume con la passione e l’onestà intellettuale che lo ha sempre contraddistinto: un resoconto della sua esperienza come guardiacaccia passata sulle montagne vicentine, tra sentieri e boschi, osservando camosci, cervi e lupi.
Ferron ha visto con i propri occhi , nel corso degli anni, mutare profondamente il territorio intorno a noi a causa dell’eccessiva industrializzazione e con questo libro insegna quanto sia importante preservare e proteggere la natura: “Un giorno mi sono messo a pensare sul tempo degli alberi e a chiedermi se fossi stato un albero per 40 o 50 anni cosa avrei visto attorno a me – racconta lo scrittore – così ho iniziato a ripercorre con la memoria, con l’esperienza e un po’ di fantasia questa strada e mi sono reso conto che le malghe e i pascoli sono via via cambiati e alcune sono diventate boschi. Allo stesso tempo la pianura nel corso del tempo è cementificata sempre di più. Contrariamente a quello che si pensa è necessario ritornare al passato così da consentire alla natura di svilupparsi liberamente”.
Il tema della convivenza tra uomo e animali è tornato alla ribalta recentemente con il caso della morte di un ragazzo avvenuta, almeno secondo quanto sinora appurato, a causa dell’attacco di un orso: “Spesso tragici episodi di aggressione nei confronti dell’uomo ad opera degli animali, come il caso in trentino dell’Orsa JJ4, avvengono perché manca una corretta informazione su come ci si deve approcciare a questi animali selvatici – spiega Ferron – l’orso in realtà è una specie pacifica, reagisce più che aggredisce, e queste situazioni si verificano solamente quando l’animale si sente fortemente minacciato”.
La speranza di conciliare natura e progresso per Giancarlo Ferron risiede nei molti giovani laureati che decidono di svolgere la professione di guide ambientali, figure fondamentali per la crescita di un turismo sostenibile, consapevole, che porti le persone alla scoperta delle bellezze della natura, in sicurezza. Lontano da facili luoghi comuni e allarmi che fanno grandi danni.