Attacco congiunto Usa, Gb e Francia in Siria. Colpiti centri di ricerca chimici
Dopo i proclami, è arrivata l’azione. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con un messaggio alla nazione inviato alle 3:00 di notte (ora italiana), ha annunciato l’inizio dei raid contro la Siria in risposta ai presunti attacchi con gas nervino contro la popolazione e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito “un mostro” che massacra il proprio popolo. Un attacco congiunto con la Gran Bretagna e la Francia e con l’appoggio della Nato. Il raid è durato poche ore e avrebbe colpito tre obiettivi, a Damasco e a Homs, un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. Non si ha notizia al momento di vittime civili mentre secondo la tv di Stato siriana parla di tre civili feriti nell’attacco alla base militare di Homs.
Sarebbero stati usati più di 100 missili da crociera e aria-terra: lo dice il ministero della Difesa russo. Dura la reazione di Mosca: l’ambasciatore russo negli Usa Anatoly Antonov ha avvertito che “le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze” e ha accusato l’Occidente di aver delineato “uno scenario precostituito”. Per Antonov “insultare il presidente russo è inaccettabile e inammissibile”.
L’attacco non punta comunque a rovesciare il regime siriano di Mashar Al-Assad, come precisato in un discorso alla tv pubblica, dalla premier Theresa May. “Si tratta di un attacco limitato e mirato che non vuole far aumentare le tensioni nella regione e che fa il possibile per scongiurare la morte di civili”. La premier britannica ha dunque precisato che il raid serve anche a mandare “un messaggio chiaro a chiunque altro pensi di poter usare armi chimiche con impunità”.
Il ministro della Difesa francese Florence Parly ha sottolineato che la Russia “è stata avvertita in anticipo degli attacchi militari congiunti di Usa, Regno Unito e Francia contro la Siria”. Parly ha aggiunto che l’operazione in Siria è stata “legittima, limitata e proporzionata”.
Non sarà l’unico attacco. “Non è finita. Quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti”. A chiarirlo sono fonti dell’amministrazione Trump, spiegando come il piano messo a punto dal Pentagono “prevede molta flessibilità che permette di procedere a ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte”. La maggiore preoccupazione è l’accresciuta capacità della Russia in termini di difese antimissili e antiaerea.
Replica dell’Iran. “Gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno prove sull’attacco chimico in Siria e sono responsabili per le conseguenze regionali che seguiranno all’attacco deciso senza aspettare che prendessero una posizione gli ispettori dell’Opac”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Ghasemi.