Zelensky torna in Ucraina con i militari dell’Azovstal. Ira del Cremlino
Nel 500esimo giorno di guerra in Ucraina, il presidente Zelensky è tornato in patria con 5 militari che per mesi difesero l’acciaieria Azvostal di Mariupol. L’aereo che ha riportato i reduci e prigionieri dalla Turchia è atterrato a Leopoli, accolto, come scrive Zelensky su Twitter, da una grande folla.
Zelensky, sempre su Twitter, ha scritto: “Oggi, nel 500° giorno di guerra, abbiamo riportato a casa in Ucraina cinque dei nostri eroi, Eroi dell’Ucraina, comandanti della difesa di Mariupol e Azovstal Denis Prokopenko, Svyatoslav Palamar, Sergey Volynsky, Oleg Khomenko e Denis Shlega. Hanno combattuto per l’Ucraina, hanno combattuto in modo eroico, assolutamente. Hanno passato la prigionia russa, poi sono stati in Turchia per più di 300 giorni, è ora che tornino a casa”. Poi aggiunge ancora: “Grazie a tutti coloro che combattono per l’Ucraina! Grazie a tutti coloro che difendono gli ucraini e avvicinano la nostra vittoria!”.
Il ritorno in Ucraina dei militari del battaglione Azov non è stato preso bene dalla Russia. Secondo il portavoce del Cremlino Peskov il rientro dei militari “è una violazione delle condizioni di accordi vigenti, sia da parte di Kiev che di Ankara”. Poi ancora: “La Russia non e’ stata informata del trasferimento dei comandanti dell’Azov dalla Turchia”. Predica equilibrio Erdogan. Secondo il presidente turco “la Turchia è stata equa ed equilibrata sulla guerra tra Mosca e Kiev poiché mentre rafforzavamo i nostri legami con l’Ucraina, non abbiamo permesso che le nostre relazioni con la Federazione Russa si deteriorassero”. Inoltre Erdogan ha auspicato un incontro ad agosto con il presidente russo Putin, dopo aver ospitato Zelensky.