“Uso smodato di bond e derivati in Avs e Acque Vicentine”: 5Stelle in Procura
Operazioni poco etiche come l’utilizzo di prodotti finanziari derivati e un ricorso smodato a forme di finanziamento che sembrano avvantaggiare i soci emettitori e non i cittadini utenti. Sono questi i dubbi sulle società di gestione dei servizi idrici integrati vicentini Avs e Acque Vicentine (ora fuse in ViAcqua) sollevati dal Movimento 5 Stelle veneto e vicentino, che ha presentato venerdì scorso un esposto alla Procura della Repubblica di Vicenza. Erano presenti la senatrice Barbara Guidolin, la deputata Sara Cunial il consigliere regionale Manuel Brusco e i consiglieri comunali di Schio, Caldogno, Piovene Rocchette, Monticello Conte Otto, Noventa Vicentina, Sandrigo.
“In questo frangente – spiegano i pentastellati in una nota – il Movimento 5 Stelle non si oppone alle fusioni, ma critica le modalità e determinate operazioni messe in atto, come quelle denunciate oggi con l’esposto”.
Il faro dei pentastellati è puntato in particolar modo sull’emissione effettuate prima della fusione: il 3 luglio 2014 infatti Acque Vicentine emise obbligazioni per 26 milioni di euro, mentre Avs per 18, entrambe sottoscritte da parte della società Viveracqua Hydrobond. “Dall’analisi dei documenti del progetto di fusione – spiegano gli esponenti del Movimento 5 Stelle -emergono alcune perplessità. Risulta quanto mai singolare la prossimità temporale tra l’emissione delle obbligazioni e l’operazione di fusione”.
I dubbi dei pentastellati riguardano proprio Viveracqua Hydrobond, società di cartolarizzazione dei crediti, specializzata nell’acquisto a titolo oneroso di crediti pecuniari esistenti e futuri. Una srl dal capitale sociale modesto: (solo 10 mila euro) e controllata da un’altra società, la SVM Securitisation Vehicles Manangement. Entrambe hanno sede legale a Conegliano Veneto.
SVM Securitisation Vehicles Manangement a sua volta sarebbe di proprietà di Stichting Cima, una holding finanziaria con sede ad Amsterdam. “Si potrebbe pertanto ipotizzare – rivelano i pentastellati – che sia la Stichting Cima ad aver finanziato le società per azioni Acque Vicentine e Avs, ed esistono altresì rapporti di Viveracqua Hydrobond con la Bei, la Banca Europea per gli Investimenti, con il Monte Paschi di Siena e con la Banca di Credito Cooperativo di Brendola”.
Per gli esponenti M5S è da chiarire inoltre la presenza in Acque Vicentine di derivati dell’allora Banca Popolare di Vicenza e l’acquisto, seppur modesto, di obbligazioni dell’allora Veneto Banca S.p.A. da parte di Avs. Titoli che come è facilmente immaginabile hanno generato perdite nelle due società che poi si sono fuse.
“Siamo in presenza di operazioni che riguardano somme ingenti prese a prestito i cui interessi gravano sugli utenti, mentre nel medesimo tempo vi erano importanti utili che non sono stati utilizzati, per esempio, per estinguere finanziamenti, cosa che avrebbe portato una conseguente riduzione degli stessi e delle tasse a carico degli utenti – è il commento dei pentastellati – e sembrerebbero quindi essere presenti anche operazioni non etiche, come l’uso di prodotti finanziari anche derivati che non sarebbe opportuno interessassero aziende pubbliche o partecipate dal pubblico. Sembra che ci sia stato un ricorso smodato a forme di finanziamento che sembrano quasi a vantaggio dei soli emettitori e a svantaggio dei cittadini utenti”. L’esposto chiede quindi alla magistratura che vengano disposti opportuni accertamenti sull’argomento, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.