Omicidi dei coniugi Gugole: il processo si apre con richiesta dell’ergastolo per il figlio killer
Il chiampese Diego Gugole, il figlio reo confesso dell’omicidio di entrambi i genitori a colpi di pistola, rischia l’ergastolo. A chiedere il carcere a vita – con in aggiunta un periodo di isolamento diurno di un anno – per il 26enne è stata ieri la Procura di Vicenza sulla scorta delle indagini concluse a carico dell’assassino che, secondo l’accusa, arrivò a premeditare il piano parricida spinto dalla brama di impadronirsi del patrimonio familiare.
E’ toccato al pm Alessandra Block a chiedere il massimo della pena alla Corte d’Assise che si è riunita ieri per il processo che riporta alla luce i fatti cruenti del 15 marzo di un anno fa, nel 2022. A morire a causa dei proiettili partiti da una pistola acquistata nel mercato nero furono Sergio Gugole e Lorenza Zanin, il padre e la madre di Diego.
Rispettivamente di 62 e di 59 anni, entrambi colpiti alla testa, senza alcuna possibilità di difesa in quanto colti di sorpresa. Dopo aver freddato il papà in casa, nella cucina, l’omicida aveva atteso per un paio d’ore il rientro della mamma, colpita appena entrata all’interno della palazzina di villaggio Marmi, zona residenziale di Chiampo. A sparare fu una calibro 9 semiautomatica di fabbricazione polacca, venduta al giovane vicentino da un non meglio noto “marocchino” a Cologna Veneta. Pagandola circa 3 mila euro.
Il piano di Diego Gugole, in base a quanto ricostruito nel corso delle indagini, prevedeva di far sparire i corpi dei genitori. Alla zia aveva assicurato al telefono, in un primo momento, che mamma e papà avevano improvvisamente deciso di partire per una vacanza. Quel giorno, invece, dopo averli uccisi con freddezza, il giovane girovagò per la vallata e per la città di Vicenza, recandosi a versare una somma a titolo di anticipo per un appartamento e a fare degli acquisti, fino a recarsi in un bar a guardare una partita di calcio di Champions League, prima di costituirsi.
Il movente economico, un patrimonio stimato in circa 800 mila euro, un anno fa sarebbe stato ammesso dallo allora stesso indagato, che desiderava un futuro nell’agio dopo aver intrapreso e lasciato più occupazioni negli anni precedenti al terribile dramma. Un doppio omicidio in famiglia che 16 mesi fa sconvolse Chiampo e tutta la provincia vicentina, per un fatto di sangue salito alla ribalta della cronaca nazionale.
Il processo che ha avuto inizio a Vicenza in Borgo Berga porterà a una sentenza in tempo non brevi: da una parte la richiesta dell’accusa si traduce nell’ergastolo considerata la premeditazione e l’aggravante del vincolo di parentela, oltre a evidenziare l’assenza di un reale pentimento; da parte dei legali difensori di Gugole si punta invece sui limiti cognitivi del ragazzo e sulla collaborazione offerta con la confessione rilasciata nei giorni successivi al duplice delitto.