Via mezzo milione dalle “tasche” di un frate. Nei suoi conti il patrimonio di una donna deceduta
Dovrà “pregare” stavolta un giudice del Tribunale di Vicenza per ottenere l’assoluzione, nel futuro prossimo, se saranno poi confermate le accuse nei suoi confronti, un sacerdote appartenente all’ordine dei Frati Minori Cappuccini di Rovigo, ma residente a Vicenza. Il peccato commesso è la cupidigia nel suo caso e il suo nome viene mantenuto sotto stretto riserbo nell’immediatezza della conferma da parte della Procura di Vicenza delle indagini in corso nei suoi confronti, con ipotesi di reato di circonvenzione di incapace.
Il religioso, approfittando del suo ruolo e della fiducia accordatagli nel tempo, avrebbe approfittato delle condizioni psicofisiche di una persona anziana facendosi “consegnare” quasi mezzo milione di euro. Si tratterebbe di pensionata ultraottentenne del capoluogo berico, deceduta nel corso del 2023. Al prelato che dovrebbe sottostare al voto di povertà in base alle regole dei Frati Cappuccini sono stati sequestrati 459.479,53 euro per la precisione, trovati nelle disponibilità dell’ecclesiastico.
A rendere subito esecutivo il disposto del Gip sono stati i finanzieri delle Fiamme Gialle di Vicenza con il supporto del nucleo radiomobile dei Carabinieri provinciali, procedendo ieri a una perquisizione personale, domiciliare ed informatica nei suoi confronti. A far partire l’indagine era stato un esposto presentato dal fratello della donna mancata nei mesi scorsi, portando elementi a sostegno della sua tesi secondo cui la sorella, fragile emotivamente nell’ultima fase di vita, fosse stata raggirata dal frate ora indagato, al quale peraltro era stata affidata dalla donna una procura generale sui propri beni.
In pratica, potendo disporne a piacimento in nome della pensionata. Inoltre, all’apertura del testamento, si è scoperto – non senza sorpresa da parte dei parenti – che lo stesso frate era stato pure nominato come unico erede del cospicuo patrimonio personale della donna, con cifre a cinque zeri. La ricostruzione dei fatti e soprattutto dei movimenti contabili operata dal nucleo di polizia economica finanziaria in poco tempo, con il coordinamento della Procura, ha appurato che in realtà già nel 2021 il religioso aveva distratto fondi a ripetizione dalla disponibilità della donna, distribuendoli su più conto correnti a lui intestati.
Della questione sono stati informati gli istituti ecclesiastici territoriali, per opportuna presa visione, che si muoveranno a loro volta per appurare i fatti e l’effettiva brama di denaro del “povero” solo sulla arta frate cappuccino con mezzo milione di euro nelle tasche fino a pochi giorni fa. E da confessare non solo ai colleghi di vocazione in sacra sede, ma anche in quella più profana di un’aula di Tribunale, se la ricostruzione dei fatti ipotizzata dagli inquirenti verrà confermata in sede di sentenza.